Colombia: Bogotá, Forum mondiale delle città per la pace denunci l’urgenza di politiche territoriali contro le diseguaglianze

Si è tenuto la scorsa settimana a Bogotá, capitale della Colombia, il Forum mondiale delle città per la pace che ha riunito un centinaio di autorità municipali, esperti delle università e società civile a livello mondiale. Riferisce al Sir dalla capitale colombiana Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani e unico italiano presente all’incontro (anche a nome delle Città venete che operano per la pace, come ha scritto in una nota il sindaco di Valdagno, Giancarlo Acerbi): “Pastor Elías Murillo Martínez, che fa parte del Foro Permanente dell’Onu sugli afrodiscendenti, ha denunciato l’urgenza di rispondere con la lotta contro le diseguaglianze ai focolai di razzismo istituzionale negli Usa e anche in Brasile, dove polizia federale ha ucciso 5.000 giovani di colore nelle favelas, e il razzismo contro bambini e famiglie migranti venezuelani, in una situazione di gravissima vulnerabilità anche per la fame e denutrizione infantile molto diffusa, temi di cui Sir ha costantemente denunciato, mantenendo un ruolo autorevole in America Latina”. Prosegue Morsolin: “E’ preoccupante che l’attuale sindaca di Bogotá Claudia Lopez continui con una politica di segregazione e discriminazione razziale. Per esempio, si rifiutano nelle scuole pubbliche bambine migranti venezuelane perché abbasserebbero livello di curriculum della classe, come denunciato dall’Istituto per la pace Ipazde dell’Università Santo Tomas, dalla Comunità di Sant’Egidio in Colombia, dal Centro di assistenza giuridica dell’Università Los Andes”. Numerosi altri interventi, incentrati sulle azioni concrete dei territori, a partire dalla Colombia, per la pace, la promozione dei diritti umani, della condizione femminile, dell’ambiente, dell’inclusione sociale. Tra questi, Ana Cristina Wanzeler, sottosegretaria alle Relazioni internazionali del Municipio di San Paolo, ha chiesto sforzi congiunti per rafforzare la campagna globale contro la disuguaglianza e la fame che il presidente Lula sta promuovendo.

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