Colombia: mons. Enao (Cec) sul cammino di pace con Eln, “siamo accompagnatori, non negoziatori”. Monitoraggio assieme a Onu passaggio chiave

“Non siamo negoziatori, la Chiesa non è lì come parte del negoziato, come parte delle due squadre che devono prendere le decisioni, ne fa parte, ma come accompagnatore”. Ad affermarlo, attraverso l’ufficio comunicazione della Conferenza episcopale colombiana, è mons. Héctor Fabio Henao, che assieme a mons. Omar Alberto Sánchez Cubillos, arcivescovo di Popayán e vicepresidente della Conferenza episcopale, e a mons. Darío Monsalve Mejía, arcivescovo emerito di Cali, sono stati nominati dalla presidenza dell’episcopato per accompagnare il tavolo dei negoziati tra il Governo della Colombia e la guerriglia dell’Eln. Un negoziato che sta vivendo le prime delicatissime settimane di cessate-il-fuoco, che è attivo in zone in cui il contesto complessivo resta estremamente violento.
“Accompagnare – afferma mons. Henao – significa essere un testimone eccezionale. Accompagnare significa che riceve gli accordi e che è attenta che tutto sia fatto per il bene della comunità, che è attenta che si progredisca sulla base del bene comune, del bene di tutta la società colombiana”.
In particolare, “alla Chiesa, insieme alle Nazioni Unite, è stato chiesto di far parte del meccanismo di monitoraggio e verifica. Sono due parole chiave, perché monitorare significa accompagnare, significa essere presenti, significa far parte delle dinamiche pedagogiche, significa costruire ponti tra le parti coinvolte nel conflitto. La Chiesa fa parte del monitoraggio, la Chiesa nelle sue diocesi non qualifica i fatti, non stabilisce giudizi, quello che la Chiesa fa con la sua missione pastorale è creare un legame con le comunità perché possano esprimersi. Ci saranno sacerdoti che presteranno questo servizio di ascolto, di incoraggiamento, di accompagnamento, di evitamento, di prevenzione di ulteriori violenze e di prevenzione della rottura del cessate il fuoco”. Si tratta di un cessate il fuoco che inizia con una prospettiva molto chiara, “ovvero evitare azioni aggressive e offensive tra l’Esercito di Liberazione nazionale e le forze militari del Paese. Non è completo come vorremmo, per questo è stato detto che questo cessate il fuoco sarà progressivo”.
Poi, prosegue mons. Henao, “stiamo affrontando un altro punto molto importante chiamato partecipazione per la pace. Ora c’è una prima fase, che è la progettazione della partecipazione. In altre parole, inizieranno le discussioni tra diversi settori sociali, 30 settori sociali sono stati scelti con alcune organizzazioni, ci sono 80 persone che rappresentano questi settori”.

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