Guatemala: i vescovi, “cercare bene comune, non il proprio arricchimento. Tribunale elettorale sia indipendente”

“È dovere dei politici cercare innanzitutto il bene comune e non, come in molti casi, gli interessi di partito o personali e il proprio arricchimento”. È il monito che arriva, in un messaggio, dalla Conferenza episcopale del Guatemala (Ceg). Il 25 giugno nel Paese si terranno le elezioni politiche, per eleggere il presidente, parlamentari e amministratori locali, e l’episcopato invita cittadini e politici a garantire il rispetto della Costituzione della Repubblica, ricordando che “l’unica soluzione giusta ed equa ai problemi economici e sociali può venire solo dalla consapevolezza e dall’attuazione pratica delle responsabilità personali e sociali che tutti i cittadini hanno, in particolare quelli più influenti”.
I vescovi denunciano, in particolare, la gestione impropria della registrazione dei candidati a varie cariche e affermano che “il modo di eleggere i deputati al Congresso della Repubblica fa sì che il Congresso non svolga la sua funzione di rappresentare e legiferare a favore del popolo”. Sottolineano, inoltre, che “le decisioni del Tribunale supremo elettorale devono essere soggette alla legge elettorale e che il Tse deve lavorare in modo indipendente senza ammettere influenze o complicità con i poteri dello Stato, per ottenere l’affidabilità delle elezioni, del sistema di conteggio e dei risultati delle stesse”, e per questo “consideriamo indispensabile avanzare in futuro nella profonda riforma della legge elettorale e dei partiti politici”.
Prosegue il messaggio: “Chiediamo ai candidati sindaci, soprattutto a quelli che cercano di essere rieletti, di essere trasparenti nei loro affari, di non accettare finanziamenti sospetti e di non utilizzare opere comunali e/o statali e/o per la campagna elettorale”. I vescovi insistono sul fatto che, affinché ci siano “frutti di giustizia, verità, solidarietà e sviluppo”, è importante la partecipazione di tutti i guatemaltechi, perché “crediamo che sia possibile, come popolo credente e con la collaborazione di tutti, realizzare il desiderio di un Paese migliore, più umano e fraterno, dove sia possibile vivere e respirare la libertà, senza paura e senza bisogno di emigrare”. Da qui l’appello ad andare a votare e a “evitare qualsiasi tipo di violenza o di scontro e di approfittare di questa competizione elettorale per costruire una democrazia autentica e più solida”.

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