Cile: mons. Covili (Iquique) sull’emergenza migranti alla frontiera con il Perù, “mancanza di documenti non toglie dignità alle persone”

Nell’ambito della festa liturgica dell’Esaltazione della Santa croce, e attraverso una dichiarazione pubblica, il vescovo di Iquique (diocesi del nord del Cile in prima linea nell’accoglienza dei migranti), mons. Isauro Covili, si unisce ai vescovi delle diocesi di San Marcos de Arica, Tacna e Moquegua, intervenuti sulla difficile situazione che si sta vivendo al confine tra Perù e Cile, dove numerosi migranti sono bloccati alla frontiera, sempre più militarizzata.
Nel messaggio, mons. Covili esprime solidarietà e “un saluto fraterno ai migranti provenienti da Venezuela, Haiti, Colombia e altre nazionalità”. Adulti e anche molti bambini, “che si trovano al confine settentrionale del Cile da diversi giorni”. Il vescovo sottolinea nel testo che, anche se queste persone non hanno documenti di identificazione, questa situazione non fa perdere loro “ciò che è essenziale: la loro dignità di persone”. “La loro vita è sacra come quella di chiunque altro, e questa condizione richiede un trattamento rispettoso e buono”, afferma. Mons. Covili sottolinea, inoltre, che “denigrare le migrazioni, definendole illegali, significa ignorare che l’umanità, nella sua evoluzione quotidiana, è in continuo movimento”. Il vescovo, a questo proposito, cita il messaggio del Comitato permanente della Conferenza episcopale del Cile, nel quale si legge: “La migrazione non deve essere vista come una minaccia, ma come un’opportunità per costruire un futuro di pace”.

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