S. Giuseppe Cottolengo: Torino, domenica alla Piccola Casa mons. Repole inaugura il nuovo percorso storico nelle stanze abitate dal Santo

(Foto: Cottolengo)

Nella solennità di San Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842), domenica 30 aprile, nella Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino (via Cottolengo 14), l’arcivescovo Roberto Repole, dopo la concelebrazione eucaristica delle ore 10, inaugura il nuovo percorso storico nelle stanze abitate dal Santo fondatore e dai suoi primi collaboratori.
Si tratta del primo nucleo della Piccola Casa della Divina Provvidenza che il Cottolengo aprì in Borgo Dora, dove sorge oggi, nell’aprile 1832, dopo che fu costretto a chiudere il “Deposito de’ poveri infermi del Corpus Domini”, conosciuto anche come “Ospedaletto della Volta Rossa”, avviato in via Palazzo di Città il 17 gennaio 1828, per disposizioni della pubblica autorità a causa del colera che dilagava a Torino.
“Sono stati riorganizzati e recuperati alcuni ambienti che hanno segnato l’inizio dell’esperienza cottolenghina a Borgo Dora”, spiega il padre generale della Piccola Casa, padre Carmine Arice, “nell’edificio in cui si insediò il Cottolengo nel 1832 che allora comprendeva sei stanze al pian terreno, sei stanze al primo piano e una soffitta”.
È stato, quindi, realizzato un percorso storico nelle sei camere al primo piano che sono state arricchite con numerosi ricordi del fondatore e dei suoi primi collaboratori. Inoltre, in una stanza si commemora, attraverso un micro film girato all’epoca, la canonizzazione del Santo Cottolengo avvenuta nella basilica di San Pietro il 19 marzo 1934 e, soprattutto, i festeggiamenti che si tennero a Torino e coinvolsero l’intera città. Nel medesimo piano si trova la stanza dove è vissuto e morto il beato Francesco Paleari (1863-1939), sacerdote cottolenghino, con i suoi ricordi. Il progetto prevede in futuro anche il recupero della farmacia storica della Piccola Casa al pian terreno, in parte ancora attiva oggi, che fu aperta dal Santo.
“Inauguriamo – sottolinea padre Arice – un percorso che ci aiuta ad andare alle radici per una rinnovata fedeltà al carisma cottolenghino: non intendiamo, infatti, fare archeologia, ma ritrovare motivazione, a partire dalle origini, per vivere nel presente la mission dell’opera fondata dal Santo Cottolengo”.
Nei ricordi esposti, in particolare, si trovano oggetti che aiutano a comprendere l’attenzione che il Santo, che ha scelto come motto della sua opera il versetto paolino Caritas Christi urget nos (2 Cor 5,14), aveva verso i poveri. “Si può infatti vedere, per esempio – racconta padre Arice -, un modello che veniva usato per realizzare le pantofole da donare agli ospiti che venivano accolti; ci sono poi gli oggetti che il santo utilizzava per amministrare il sacramento dell’Unzione degli infermi: significativo, in quanto il Cottolengo aveva riservato a sé l’accompagnamento dei morenti nella Piccola Casa”.
Il percorso nelle stanze del Santo fondatore verrà inserito nel ricco itinerario di visita che la Piccola Casa riserva da tempo ai diversi gruppi di pellegrini e alle scuole che intendono conoscere l’opera cottolenghina.

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