Celam: concluso il Congresso latinoamericano sulla Dottrina sociale. Ribadita la sua attualità, declinata attorno ai quattro “sogni” di Papa Francesco

(Foto: Celam)

Si è concluso ieri a Bogotá, in Colombia, nella sede del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), il terzo Congresso sulla Dottrina sociale della Chiesa latinoamericana e caraibica. Circa 800 partecipanti, sia di persona che online, si sono confrontati su quella che è stata chiamata “l’urgenza della chiamata alla solidarietà con le persone che vivono in situazioni dolorose, a volte strazianti” intorno ai quattro sogni delineati dall’esortazione apostolica Querida Amazonia: sociale, culturale, ecologico ed ecclesiale. I partecipanti, al termine dei tre giorni di incontri, hanno ribadito la propria “fedeltà all’insegnamento sociale di Papa Francesco, che è insieme parole e gesti”, e ad abbracciare “la speranza di questo periodo pasquale che ci invita a non avere paura e a camminare nella pace del Signore risorto”.
Il testo diffuso al termine del Congresso non vuole “dare conclusioni o essere una sintesi formale”, ma una “provocazione a continuare a camminare insieme nella sinodalità e ad assumere con parresia le sfide dell’Assemblea ecclesiale latinoamericana e caraibica”. Sono state 50 le esperienze condivise da “sorelle e fratelli di tutta la regione, abbiamo potuto riflettere insieme sulle sfide che la realtà pone alla Dottrina sociale della Chiesa, senza cadere in una visione semplicistica, che trae conclusioni affrettate”, intendendo, al contrario questo evento, come “un processo che ci permette in un’agenda aperta di domande, sfide e sfide”.
Il testo, inoltre, sottolinea “l’attualità della Dottrina sociale della Chiesa, come risposta e orientamento per la prassi pastorale di tutto il popolo di Dio; intravedendo anche le sue sfide di fronte alle realtà emergenti e agli sviluppi storici” e riconoscono che “la presenza delle donne e dei giovani continua a essere una sfida per raggiungere un’autentica uguaglianza e non solo una dichiarazione”.
Al congresso ha partecipato anche il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, che nell’omelia della messa d’apertura ha detto tra l’altro: “Dio ha compassione per il suo popolo, per il suo dolore, per la sofferenza dell’umanità, per ogni situazione in cui la vita umana è oppressa e minacciata, impedita di raggiungere la pienezza che vuole per ciascuno dei suoi figli. Egli vede, sente, sa”. Ha, poi, aggiunto che “il movimento dell’amore di Dio è discendente: dall’alto dei cieli si china verso l’uomo, verso i piccoli e i disprezzati, per sollevare i deboli dalla polvere (…). Scende, libera, innalza”. “In questo dinamismo siamo tutti coinvolti. Non siamo spettatori passivi”. È la prospettiva di un Dio che “è capace di mettersi al fianco del suo popolo, di camminare al suo fianco, di guidarlo verso la pienezza”.

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