Missionari martiri: p. Albanese (Roma), “danno testimonianza scegliendo di stare dalla parte degli ultimi, nelle periferie del mondo”

Ogni anno il 24 marzo si celebra la Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri. Infatti, è l’anniversario della morte dell’arcivescovo di San Salvador, sant’Oscar Arnulfo Romero, ucciso brutalmente nel 1980 mentre celebrava messa. “Per la Chiesa di Roma, edificata da Nostro Signore grazie alla straordinaria testimonianza dei santi martiri fondatori Pietro e Paolo, è certamente un’occasione privilegiata per fare memoria della missione. D’altronde anche in tempi recenti il sangue versato dal nostro sacerdote don Andrea Santoro è stato motivo di edificazione per le nostre comunità parrocchiali”, ricorda oggi padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma.
L’inaugurazione, ieri pomeriggio, del Memoriale dei nuovi martiri del XX e XXI presso la basilica di San Bartolomeo all’Isola, alla presenza del cardinale vicario Angelo De Donatis, “ne costituisce la conferma eclatante. Ringraziando ancora una volta la Comunità di Sant’Egidio per lo sforzo profuso nell’allestire questa esposizione ispirata alla Martyria, è evidente che la nostra comunità ecclesiale è invitata ad affermare nella fede un sussulto di missionarietà”, prosegue padre Albanese.
Quest’anno lo slogan scelto dal Servizio Giovani della Fondazione Missio, organismo pastorale della Cei, è “chiaro e diretto”, evidenzia il religioso: “Di me sarete miei testimoni”. “Queste parole del Maestro (Atti 1,8) trovano ampia risonanza nella testimonianza di coloro che nel nostro tempo hanno fatto la scelta di stare dalla parte degli ultimi, in quelle che Papa Francesco chiama le periferie del mondo – afferma padre Albanese -. Tra i caduti in Africa figura anche una nostra connazionale, suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, uccisa nell’assalto alla missione di Chipene, nella provincia mozambicana di Nampula, nella notte tra il 6 e il 7 settembre. Gli assalitori, di matrice jihadista, hanno distrutto e saccheggiato le strutture della missione. Suor Maria, in Mozambico dal lontano 1963, è stata colpita da un proiettile alla testa, morendo all’istante. Le sue consorelle la ricordano come una donna sempre coerente nelle sue scelte, interpretando fedelmente quanto auspicato da Papa Francesco: stando permanentemente in periferia, dalla parte dei poveri”.
Il direttore dell’Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma ricorda anche don Joseph Aketeh Bako, parroco della chiesa di San Giovanni a Kudenda, in Nigeria, suor Marie Sylvie Kavuke Vakatsuraki, della Congregazione delle Petites Soeurs de la Présentation de Notre Dame au Temple di Butembo, padre Michael Mawelera Samson, dei Missionari d’Africa, i nigeriani don Vitus Borogo, don Christopher Odia Ogedegbe e don John Mark Cheitnum, i congolesi p. Richard Masivi Kasereka e don Godefroid Pembele Mandon.
“Naturalmente il ricordo dei missionari/e martiri non si esaurisce nell’orazione e nel digiuno, ma esige da parte delle nostre comunità gesti concreti di condivisione con chi soffre in terre lontane la stessa vita di Cristo”, conclude p. Albanese.

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