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Regno Unito: “buffer zones”, zone cuscinetto attorno alle cliniche dove si pratica l’aborto. Mons. Sherrington, preghiera e dialogo diventano un crimine?

“Esiste il vero rischio che, con l’introduzione definitiva di questa legislazione, diventino crimini la preghiera, la presenza silenziosa e la comunicazione con le donne che vogliono abortire o il fatto che venga loro offerto aiuto”. Con queste parole il vescovo John Sherrington, responsabile del settore vita per la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ha espresso la propria preoccupazione per il voto con il quale il parlamento di Westminster ha legalizzato le cosiddette “buffer zones”, zone cuscinetto di 150 metri, attorno alle cliniche dove si pratica l’aborto, e dentro le quali non sarà possibile pregare e parlare con le donne. Il parlamento di Westminster ha detto, infatti, no, con 299 voti contro 116, all’emendamento, proposto dal parlamentare vicino al movimento per la vita Andrew Lewer, che consentiva agli attivisti del movimento per la vita di pregare e di avvicinare le donne nelle “buffer zones”. “Siamo contrari a qualsiasi forma di molestia alle donne che hanno deciso di abortire ma la legislazione attuale già le protegge”, scrive ancora il vescovo Sherrington. “Siamo preoccupati perché la nuova legge potrebbe essere discriminatoria nei confronti di chi crede. Esiste anche il rischio che le conseguenze della legge appena resa definitiva vadano oltre i perimetri delle buffer zones. Esse mettono dei punti di domanda sui poteri dello Stato nei confronti dell’individuo in una società libera, sia per chi crede che per chi non crede”.

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