Diocesi: Cerignola, “Pietra di Scarto” e Caritas ricevono il Premio “Chiara Lubich – Manfredonia città per la fratellanza universale”

Ci sono anche la Caritas diocesana di Cerignola-Ascoli Satriano e la Cooperativa sociale “Pietra di Scarto” tra i vincitori del Premio “Chiara Lubich – Manfredonia città per la fratellanza universale”, organizzato dall’Associazione “Mondo Nuovo” di Manfredonia e giunto quest’anno alla 13ª edizione.
Ad entrambe le realtà, si legge in una nota congiunta, è stato riconosciuto il grande valore del lavoro svolto verso i più fragili, attraverso azioni che mettono in luce la possibilità per le persone di autodeterminarsi, tornando ad essere protagonisti delle proprie esistenze. Una delle iniziative evidenziate è stato il progetto “Salsa Bakhita”: realizzato in sinergia presso il ghetto di “Tre Titoli” a Cerignola con il coinvolgimento di “Casa Bakhita”, centro pastorale gestito dalla Caritas, ha visto la produzione di pomodoro ciliegino presso i terreni adiacenti la struttura, coinvolgendo nell’attività agricola persone residenti nel ghetto e assunte dalla Cooperativa.
La materia prima è stata successivamente trasformata presso il Laboratorio di legalità “Francesco Marcone”, bene confiscato dalla Cooperativa sociale “Pietra di Scarto” in cui si realizzano inserimenti lavorativi per persone in situazione di fragilità. A ritirare il premio, durante la cerimonia svoltasi domenica 12 marzo, nella splendida cornice della Sala Marianna De Fusco all’interno del santuario della Madonna di Pompei, sono stati il direttore della Caritas, don Pasquale Cotugno, e il presidente di “Pietra di Scarto”, Pietro Fragasso. “Abbiamo da sempre una grande attenzione ad avviare azioni sinergiche con il Terzo settore della nostra diocesi”, ha affermato don Cotugno, ritirando il premio. “Salsa Bakhita è un progetto che ha avuto la presunzione di avviare azioni di lavoro regolare in un luogo caratterizzato da sfruttamento e sofferenza. Bakhita vuol dire ‘Fortunata’: ecco questa passata di pomodoro rappresenta un segno di riscatto sociale sul nostro territorio”. “Siamo qui a rappresentare quella che da 27 anni è l’eresia delle Pietre di Scarto che diventano testate d’angolo, provando ad andare oltre l’elemento religioso e facendone un manifesto di impegno civile”, ha continuato Fragasso: “Proviamo a vivere quotidianamente un modello di antimafia radicale che non delega ma decide di fare la propria parte e lo fa – nel nostro caso – trasformando quello che era un bene mafioso in un luogo di riscatto di uomini e donne che condividono la sorte provando a realizzare quella che è l’ambizione di ciascuno di noi: una giustizia sociale che sia viatico al raggiungimento della propria felicità”.

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