Parlamento Ue: Metsola, “le donne hanno cambiato il mondo”. Operare per uguaglianza di genere e contrastare le violenze

Il discorso di Roberta Metsola, tra Shirin Ebadi e Samantha Cristoforetti (Foto SIR)

(Strasburgo) “La Giornata internazionale della donna è segnata nel nostro calendario annuale” quale “punto di incontro per rafforzare l’uguaglianza di genere in tutte le sfere della nostra società”. Lo ha affermato oggi Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, durante la seduta solenne a Strasburgo per ricordare la Giornata dei diritti delle donne. Oltre al suo intervento, e a quello di numerose eurodeputate, sono previsti gli interventi del Premio Nobel per la pace, l’iraniana Shirin Ebadi, e dell’astronauta Samantha Cristoforetti. “Le donne hanno cambiato il mondo. E non lo diciamo abbastanza”, ha dichiarato Metsola. “Abbiamo con noi oggi il comandante Samantha Cristoforetti, la prima donna europea al comando della Stazione spaziale internazionale. Samantha, grazie per aver mostrato a tutte le ragazze d’Europa che possono raggiungere le stelle”. In occasione della Giornata internazionale della donna “è importante riconoscere i risultati delle donne e delle ragazze di tutto il mondo e non solo. Come fonte di potere e ispirazione per ogni ragazza. Eppure, la realtà è che il progresso verso la vera uguaglianza rimane dolorosamente lento. Questo non può più essere accettabile”.
“Oggi voglio onorare tutte quelle donne che stanno lottando per la loro libertà e inclusione: donne che vengono uccise, picchiate e maltrattate in tutto il mondo solo per il fatto di essere donne. Tutte quelle donne che ancora lottano per i propri diritti. […] Tutte quelle madri, figlie, sorelle che ogni giorno affrontano ostacoli di cui non parliamo. Tutte quelle donne che affrontano tutto questo e rimangono indomite e indistruttibili”.
Metsola ha aggiunto: “le donne ucraine che combattono contro l’invasione russa. Le Chibok Girls rapite più di otto anni fa da Boko Haram in Nigeria, molte delle quali rimangono in cattività. Donne afgane messe a tacere, represse, maltrattate, derubate della loro educazione e che continuano a soffrire per mano dei talebani. Donne iraniane che si battono per la vita e la libertà e ne pagano il prezzo più alto. La dottoressa Shirin Ebadi è con noi oggi, vincitrice del premio Nobel e una delle prime donne giudice iraniane. Dottoressa Ebadi, lei incarna la lotta delle donne iraniane”.
“Anche all’interno della nostra Unione, l’uguaglianza di genere rimarrà una questione incompiuta finché non avremo raggiunto la parità di retribuzione per lo stesso lavoro. È ora che l’Unione europea dia l’esempio, fissando standard per la criminalizzazione della violenza contro le donne, migliorando l’accesso alla giustizia e ratificando la Convenzione di Istanbul prima della fine di questo mandato”.

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