Ebrei e cattolici: presentate a Ferrara “16 schede” per conoscere meglio l’ebraismo a scuola. Di Segni (Ucei), “è una rivoluzione silenziosa”

Noemi Di Segni a Ferrara (Foto Sir)

(da Ferrara) “È una rivoluzione silenziosa”. Così Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche in Italia, definisce il lavoro che la Cei e l’Ucei hanno fatto per realizzare le “16 schede” che oggi a Ferrara sono state consegnate ad alcuni editori perché i futuri libri di testo destinati all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, qualora si trattasse di ebraismo, tengano conto di alcune fondamentali linee guida. Le schede si raggruppano di tre grandi aree. Nella prima, vengono chiariti “I concetti fondamentali” come “La Bibbia ebraica”, “La Torah scritta e la Torah orale”, “Il Nome di Dio”. Nella seconda area – legata alla vita della comunità ebraica – vengono presentati “Il calendario ebraico e il ciclo delle feste”; “Il Ciclo della vita”, la differenza tra “Sacerdoti, Rabbini e …preti”, “La Donna nella cultura Ebraica”. Infine nell’area dedicata alla storia dell’ebraismo, si parla del “Popolo d’Israele e la Terra d’Israele”, di “Gesù/Yeshua ebreo”, di “Paolo/Shaul ebreo” ma anche di Concilio Vaticano II fino all’ultima scheda, la numero 16, in cui si offre una “descrizione del significato corretto di alcuni termini”.

Noemi Di Segni (Foto Sir)

“È stato fatto – spiega al Sir Noemi Di Segni – un lavoro tra persone esperte della Conferenza episcopale con un supporto ebraico per suggerire quali erano i temi che urtano la sensibilità ebraica e che in quanto tali, vanno attenzionati e ripensati”. “Si tratta di un “punto di partenza” sostanziale perché le schede sono finalizzate all’educazione a scuola e quindi alla formazione delle menti. “I giovani sono delle spugne”, osserva la presidente dell’Ucei: “Raccolgono quello che noi adulti trasmettiamo, nel bene e nel male. Assorbono messaggi positivi e negativi”. “L’antisemitismo è questa misteriosa creatura che riesce a trasformarsi e adattarsi ai tempi ma il nucleo è sempre lo stesso, quello di affermare una prevalenza degli uni sugli altri e l’uso di un linguaggio di esclusione”. “Il nostro sogno è quello di poter vivere e convivere in pace. Molto dipende da noi, da quello che facciamo come comunità, da come trasmettiamo e coltiviamo i valori, ma anche molto dipende dai popoli e dalle nazioni in cui siamo parte”.

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