Terremoto in Turchia e Siria: Patriarchi e Capi delle Chiese in Siria, “sanzioni inique”

Un appello “alle persone di coscienza viva sparse in tutto il mondo, affinché alzino la voce chiedendo di porre fine alle sofferenze del popolo siriano e consentire ai cittadini siriani di vivere con dignità, secondo quanto è affermato nella Dichiarazione universale dei diritti umani” è stato lanciato, all’indomani del terremoto del 6 febbraio scorso, dai Patriarchi e Capi delle Chiese e comunità ecclesiali presenti in Siria. “Il terremoto – recita il testo – ha distrutto luoghi di culto, presidi sanitari, centri di assistenza sociale, alimentando una nuova impennata nel numero dei senzatetto e degli sfollati interni, proprio mentre l’inverno fa registrare le sue temperature più rigide”. I leader cristiani, tra i quali anche Youssef I Absi, Patriarca di Antiochia dei greco-cattolici melkiti, chiedono all’Onu e alle nazioni che hanno imposto da anni sanzioni alla Siria, di rimuoverle perché “inique” e di favorire i soccorsi alle popolazioni martoriate senza fare calcoli politici. La richiesta di rimuovere le sanzioni da parte dei Patriarchi e dei Capi delle Chiese presenti in Siria segue quelle analoghe del Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e di numerose ong attive da anni nel paese arabo con progetti solidali nei vari campi sociali, dalla sanità all’istruzione, dall’agricoltura alla formazione lavoro.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori