Educazione: Ocse, “ragazze sottorappresentate nei percorsi di istruzione scientifici. Abbattere stereotipi di genere per ridurre il gap”

Le ragazze continuano a essere sottorappresentate nei percorsi di istruzione scientifici, quelli che nel mondo di oggi offrono maggiori opportunità di lavoro e stipendi più elevati. Una tendenza radicata in stereotipi sociali sul ruolo della donna. Nelle rilevazioni internazionali Ocse emerge come i genitori, a parità di risultati, tendano ad avere maggiore fiducia nelle possibilità dei figli maschi di lavorare in campo scientifico rispetto alle figlie. A renderlo noto è Openpolis sottolineando che questo “ha conseguenze sugli apprendimenti lungo tutto il percorso di studi, così come sulle stesse aspettative dei più giovani. Tra i 15enni con i migliori risultati in matematica e scienze, i ragazzi prevedono di lavorare in campo scientifico o come ingegneri in più di un caso su 4 nei Paesi Ocse. Per le ragazze la quota scende al 14,5%. In Italia il divario è anche più ampio e si riscontra anche a livello locale, con profonde differenze tra le aree del paese. Serve partire dalla scuola per abbattere i pregiudizi e ridurre i gap negli apprendimenti”.
“Nei corsi di primo livello – si legge nel Rapporto 2022 di AlmaLaurea – le donne costituiscono una spiccata maggioranza nei gruppi educazione e formazione (93,1%), linguistico (85,1%), psicologico (81,5%), medicosanitario (75,6%) e in quello di arte e design (71,8%). Di converso, sono una minoranza nei gruppi informatica e tecnologie ICT (13,7%), ingegneria industriale e dell’informazione (26,6%)”.
Queste differenze possono essere ricostruite partendo dai dati della rilevazione Invalsi 2020/21, disaggregati per macroaree. In terza media, si attestano al livello di competenza 1 in matematica (il più basso) mediamente il 22,3% delle ragazze italiane (20,9% tra i maschi). Questa percentuale è più contenuta nel nord-est, dove scende al 15,1% e si attesta comunque al di sotto della media nel nord-ovest (17,5%) e nel centro (18,3%). Mentre sale al 30,9% nella ripartizione “sud” e al 34,6% in quella “sud e isole”. Si tratta delle due aree geografiche in cui ai fini Invalsi è suddiviso il mezzogiorno. La prima comprende Abruzzo, Molise, Campania e Puglia, mentre la seconda Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

 

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