Terremoto in Turchia e Siria: Agostino (Avsi), “il progetto ‘Ospedali aperti’ a servizio dei terremotati. Popolazione impaurita e scoraggiata”

Aleppo (foto Avsi)

“Palazzi crollati, almeno una quarantina, calcinacci e macerie ovunque, strade chiuse. Al momento le cifre ufficiali siriane parlano di 403 morti nel Paese, oltre 1000 feriti, centinaia di sfollati. Ad Aleppo i morti sarebbero oltre 60 e più di 100 i feriti. La gente è tutta in strada e non intende rientrare in casa. Poco più di un’ora fa c’è stata un’altra scossa di 7.8 di magnitudo che ha ulteriormente lesionato i palazzi e le case rimaste in piedi. La popolazione ha paura ed è scoraggiata”. Filippo Agostino, referente per la Siria della Fondazione Avsi è da pochissimo arrivato ad Aleppo e descrive così, al Sir, la situazione nella seconda città siriana. “Il terremoto – ricorda Agostino – arriva dopo quasi 12 anni di guerra, la pandemia, la povertà e la diffusione del colera ancora presente qui ad Aleppo. Le istituzioni locali hanno allestito 17 centri di accoglienza, usando soprattutto le scuole. Come Avsi, insieme alla Croce Rossa, alla Mezzaluna Rossa, alla Nunziatura apostolica, stiamo cercando di portare i primi soccorsi”. La onlus-ong è impegnata in Siria in numerosi progetti nel campo dell’educazione, dell’agricoltura, del lavoro, della protezione dell’infanzia e gestisce “Ospedali aperti”, progetto avviato nel 2017 per dare cure gratuite ai siriani più vulnerabili, nato da un’intuizione del card. Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, e promosso dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. “L’ospedale cattolico St. Louis di Aleppo, che è uno dei tre nosocomi cattolici coinvolti nel progetto (gli altri due sono a Damasco, ndr.), è a servizio dei terremotati e sta già curando i feriti, specie quelli più gravi, nonostante abbia subìto qualche lieve danno dal sisma” conferma Agostino che aggiunge: “Stiamo predisponendo la distribuzione di coperte, perché siamo nel periodo più freddo dell’anno, di cibo e di vestiti specie per i bambini. Altro step sarà fornire a breve l’assistenza psico-sociale ai più piccoli. Come Avsi siamo presenti in diverse scuole e ci faremo trovare pronti a questo servizio”. Oggi e in futuro. Conclude, infatti, il referente dell’onlus italiana: “In coordinamento con tutti gli altri attori presenti sul campo, nazionali e internazionali, a partire dalle Chiese locali, Avsi lavorerà nella prospettiva di aiutare una ripresa non solo di breve termine ma di lunga durata, l’unica da cui possa scaturire una vera speranza di futuro per i siriani. La nostra risposta è ridare speranza ai siriani e a non farli sentire dimenticati”.

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