Diocesi: San Miniato, ieri a Firenze l’ordinazione episcopale di mons. Paccosi. Card. Betori, “lo sguardo di un pastore non si ferma a soglie della comunità visibile”

“Il discernimento che svela la realtà nella sua verità, la guida sapiente negli itinerari spesso problematici del deserto della vita, la costruzione di una comunione che sappia accogliere e includere, la testimonianza della misericordia che si svela nel Dio umanato”. È quanto i fedeli della diocesi di San Miniato potranno attendersi dal ministero episcopale di mons. Giovanni Paccosi, come ha ricordato ieri pomeriggio il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, che ha presieduto, nella cattedrale di Firenze, la celebrazione per l’ordinazione episcopale del vescovo eletto di San Miniato. “Tutto questo nella consapevolezza che la luce da portare non scaturisce da te, caro don Giovanni, ma dovrà essere riflesso della sorgente di ogni splendore, Dio stesso. Né la Chiesa, né i suoi pastori possono arrogarsi la pretesa di essere fonte sorgiva di luce per il mondo. I Padri della Chiesa ci hanno insegnato il mysterium lunae, che cioè è proprio della Chiesa riflettere la luce che emana dalla persona di Cristo, Lui solo il sole del mondo. Di qui l’esigenza che il tuo ministero si alimenti anzitutto da un saldo radicamento nel mistero di Dio, da una totale appartenenza a Cristo, da intima comunione con lui. Di questo orizzonte di santità si fa eco il rito dell’ordinazione nelle parole che accompagnano l’imposizione della mitra, in cui l’immagine della luce indica l’unione con la vita divina: ‘Risplenda in te il fulgore della santità’”, ha aggiunto il porporato. Il card. Betori ha anche spiegato che lo “sguardo” di un pastore “non può fermarsi alle soglie della comunità visibile, ma deve abbracciare tutte le situazioni in cui la vita e la sua dignità sono poste in pericolo. È il senso di una missione, quella che ci è affidata, che deve evitare di rinchiudersi nella cura di chi ci è vicino e deve sentire la responsabilità della condizione umana, soprattutto in questo momento di non facile discernimento circa il futuro. Servitori della Chiesa, certamente, ma per essere servitori del Regno”.

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