“Mentre il Corno d’Africa entra nella sesta stagione umida consecutiva senza piogge, il numero di persone in fuga continua ad aumentare. Milioni di persone da Somalia, Etiopia e Kenya lottano per sopravvivere tra risorse idriche scarse, fame, insicurezza e conflitti”. Lo denuncia oggi l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, chiede lancia un appello: “poiché non si vede, a breve termine, la fine di una delle più lunghe e gravi siccità mai registrate” servono “137 milioni di dollari Usa per fornire aiuti salvavita a 3,3 milioni di rifugiati e sfollati interni, costretti a lasciare le loro case in cerca di sicurezza e assistenza; e per assistere allo stesso modo le comunità ospiti interessate”. “Sebbene in Somalia la carestia è stata finora evitata, soprattutto grazie a una più ampia risposta umanitaria, le persone continuano a lottare contro una letale scarsità di acqua e cibo, risultato di un’enorme perdita di raccolti, bestiame e reddito”, viene spiegato in una nota. “I prezzi dei beni locali restano a livelli record, fuori dalla portata di molti. La pericolosa confluenza di clima e conflitti nella regione sta peggiorando una situazione umanitaria già gravissima. La conseguenza è che centinaia di migliaia di persone sono state sradicate dalle loro case in cerca di sicurezza e protezione”. Secondo i dati dell’Unhcr, in Etiopia e Somalia ci sono più di 1,7 milioni di sfollati interni a causa della siccità; la maggior parte ha dovuto spostarsi l’anno scorso. Più di 180.000 rifugiati da Somalia e Sud Sudan sono arrivati nelle aree colpite dalla siccità di Kenya ed Etiopia.
Nelle ultime settimane, quasi 100.000 persone sono arrivate a Doolo, una regione remota nella regione etiope dei Somali anch’essa colpita duramente dalla siccità, in fuga dai conflitti nell’area di Laascaanood in Somalia. Soltanto in Somalia, dall’inizio dell’anno, più di 287.000 persone sono sfollate a causa dei conflitti e della siccità. “Gli spazi nei campi di Dadaab in Kenya – viene osservato – sono limitati; pertanto, i rifugiati in cerca di sollievo dalla catastrofe climatica sono stati costretti a fermarsi intorno ai confini dei campi, dove l’assistenza è limitata; si sta lavorando per aprire un nuovo insediamento sul luogo dove sorgeva un campo ormai chiuso. Una donna rifugiata vicina ai settant’anni, arrivata da poco a Dadaab, ha raccontato al nostro staff che pur avendo sopportato tre decenni di conflitto nel sud della Somalia, è stata costretta a fuggire dalla fame. Con il persistere della siccità e dell’insicurezza nel 2023, si prevede un aumento dei bisogni umanitari”.
L’Unhcr ha in programma di aumentare la fornitura di beni di prima necessità, compresi gli alloggi di emergenza e gli utensili domestici, per i rifugiati e gli sfollati più recenti nei tre Paesi. La distribuzione dell’acqua verrà aumentata con il trasporto su camion, lo scavo di nuovi pozzi e la ristrutturazione di strutture idriche e fognarie esistenti. Gli aiuti in denaro contante avranno la priorità per le persone più vulnerabili, in modo che loro possano provvedere ai propri bisogni alimentari e che i commercianti siano incoraggiati a rendere disponibile cibo e altri beni necessari. Le strutture sanitarie riceveranno anche adeguato sostegno per ampliare l’aiuto alimentare per le donne e i bambini, attraverso cibi ad alto potere nutrizionale e trattamenti medici per le malattie correlate.
Nel 2022, l’Unhcr ha ricevuto meno della metà delle risorse finanziarie necessarie per rispondere alla siccità: “Continuiamo a fare appello a una maggiore solidarietà e sostegno globali per proteggere, assistere e rendere autonome le comunità colpite, e salvare così milioni di vite”, conclude la nota.