Papa Francesco: Angelus, no all’“osservanza formale”, “Dio non ragiona per calcoli e tabelle”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Le norme religiose servono, sono buone, ma sono solo l’inizio: per dare loro compimento è necessario andare oltre la lettera e viverne il senso”. Lo ha spiegato il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui ha lanciato un monito preciso: “I comandamenti che Dio ci ha donato non vanno rinchiusi nelle casseforti asfittiche dell’osservanza formale, se no rimaniamo in una religiosità esteriore e distaccata, servi di un ‘dio padrone’ piuttosto che figli di Dio Padre. Gesù vuole questo: non avere l’idea di servire un Dio padrone, ma il Padre; e per questo è necessario andare oltre la lettera”. L’osservanza formale, in altre parole, “si accontenta del minimo indispensabile, mentre Gesù ci invita al massimo possibile”: “Cioè Dio non ragiona per calcoli e tabelle; lui ci ama come un innamorato: non al minimo, ma al massimo! Non ci dice: ‘Ti amo fino a un certo punto’. No, l’amore vero non è mai fino a un certo punto e non si sente mai a posto; l’amore va sempre oltre, non può farne a meno. Il Signore ce lo ha mostrato donandoci la vita sulla croce e perdonando i suoi uccisori. E ci ha affidato il comandamento a cui più tiene: che ci amiamo gli uni gli altri come lui ci ha amati. Questo è l’amore che dà compimento alla legge, alla fede, alla vera vita!”. “Possiamo chiederci: come vivo io la fede?”, l’invito finale del Papa: “È una questione di calcoli, di formalismi, oppure una storia d’amore con Dio? Mi accontento soltanto di non fare del male, di tenere a posto la facciata, o cerco di crescere nell’amore a Dio e agli altri? E ogni tanto mi verifico sul grande comando di Gesù, mi chiedo se amo il prossimo come Lui ama me? Perché magari siamo inflessibili nel giudicare gli altri e ci scordiamo di essere misericordiosi, com’è Dio con noi”.

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