Festival di Sanremo: don Patriciello (parroco Caivano), “un palco che appartiene a tutti gli italiani. Ognuno è libero di fare quello che vuole, ma non in casa nostra”

(Foto ANSA/SIR)

“A Sanremo, si canta, a teatro si recita. Il teatro è un falso, chi assiste alla commedia o alla tragedia, lo sa bene. Sanremo non è un teatro. E se qualcosa – un gesto, una parolaccia, una provocazione di un cantante – è stato concordato in precedenza, è giusto che il pubblico lo sappia. In caso contrario siamo nel mondo dell’inganno. Se concordato non fu, il discorso cambia. Chi sbaglia paga. Fosse anche un prezzo simbolico, è bene che paghi, perché gli altri – i bambini, le mamme, le nonne che sonnecchiano a casa – capiscano che l’errore fu del singolo e non dell’ organizzazione o della dirigenza Rai”. Lo scrive in un post nella sua pagina Facebook don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, ricordando anche che “il Festival di Sanremo è un palco che appartiene a tutti gli italiani, perché tutti siamo costretti a pagare il canone Rai”. “Se ad Afragola o ad Abbiategrasso, un giovane qualsiasi, in un momento tutto suo, si fionda addosso a una persona – maschio o femmina che sia, non ci interessa – e le stampa un bacio sulla bocca, merita, come minimo, di essere denunciato, ma potrebbe anche essere preso a schiaffi. Se, poi, lo fa davanti ai piccoli, il reato si aggrava. Il suo è un comportamento da riprovare senza se e senza ma”, prosegue nel suo ragionamento il sacerdote, che ricorda: “A Sanremo, un cantante ha spiazzato tutti – la cosa era concordata? Se si, meglio chiuderla qui – prima mimando un atto sessuale e poi baciando sulla bocca Fedez, davanti a milioni di italiani. Domanda: è lecito a chicchessia baciarmi contro la mia volontà? No, di certo. Sarei in diritto di provarne fastidio, se non proprio – possiamo dirlo senza rischiare la gogna ? – ribrezzo? La mia sessualità, si affanna a dire il baciatore, è mia e me la gestisco io. Faccia pure con comodo”. Il problema, rileva don Patriciello, “è che, nella sua sete di libertà, pretende di gestire anche la sessualità degli altri. Che cosa avrebbe dovuto fare il povero ricevente? Qualsiasi cosa avesse fatto Fedez in quel momento, rischiava di sbagliare. Ve lo immaginate se fosse apparso offeso o scandalizzato? Allora? Allora si tira a campare”. Don Maurizio evidenzia: “Le dittature – siano esse politiche, ideologiche, economiche, mediatiche – sono sempre insopportabili. Milioni di persone, amanti della libertà, hanno dato la vita perché i loro figli fossero più liberi e civili. A nessuno è dato di mortificare, umiliare un altro. Ogni qualvolta che mi approprio di qualcosa che non mi spetta lo sto rubando al legittimo proprietario. E di ‘legittimi proprietari’, sabato notte, in Italia ce ne erano tanti. Tutto qui”. Don Patriciello conclude con un pensiero a Memo Remigi: “Per un gesto, che non avrebbe dovuto fare, lo hanno massacrato. Il cantante baciatore, invece, è adulato e osannato. Due pesi e due misure? Schizofrenia? Qualche risposta, almeno da parte della Rai, penso che i poveri telespettatori dovrebbero averla. Per il resto, ognuno è libero di fare quello che vuole. Ma in casa sua. Non in casa nostra”.

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