Fisco: Gualaccini (Cnel), “Minimum tax Ue riduce disuguaglianze”

“Perché la Minimum tax europea costituisca veramente un passo avanti nella giustizia fiscale è necessario affrontare le questioni riguardanti la riallocazione dei profitti e la tassazione minima e condivisa a livello globale delle grandi imprese, al fine di assicurare risorse economiche ulteriori per i servizi essenziali della popolazione”. È quanto sostiene il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) nel Parere approvato dall’Assemblea nell’ultima seduta in merito alla Direttiva n. 2022/2523 del Consiglio europeo del 14 dicembre 2022, intesa a garantire un livello di imposizione fiscale minimo globale per i gruppi multinazionali di imprese e i gruppi nazionali su larga scala nell’Unione. Secondo l’osservatorio fiscale dell’Ue, che ha calcolato le cifre grazie all’aggiornamento dell’Ocse a luglio 2021 sulle rendicontazioni dei Paesi (Cbcr), si suppone che la tassazione minima genererà per l’Italia circa 3 miliardi di gettito in più all’anno e 71,5 miliardi per tutta l’Unione, notando che i paesi ad alto reddito saranno quelli che avranno dei vantaggi con l’applicazione della tassa minima.
La Minimum tax Ue, una versione locale della Global Minimum tax (Gmte), avrà applicazione dal 2024 e prevede che le multinazionali e imprese nazionali con un fatturato superiore a 750 milioni di euro dovranno versare un’aliquota minima effettiva del 15%. Sarà quindi obbligatorio pagare le tasse nei Paesi in cui effettivamente si svolgono le attività senza più la possibilità di spostare il reddito di capitale verso giurisdizioni a bassa tassazione.
“Il Cnel ritiene necessario arrivare a realizzare un’Unione fiscale europea ed un bilancio comune che preveda anche l’istituzione di un ministro del Tesoro Ue, rendendo così possibile una capacità di imposizione fiscale e di redistribuzione delle risorse e quindi un approccio sovranazionale alla fiscalità con conseguente armonizzazione della tassazione delle grandi imprese almeno al livello europeo”, ha affermato il presidente del Cnel, Tiziano Treu. “Il via libera definitivo, della Commissione europea con la Direttiva relativa alla Minimum tax, che stabilisce un limite minimo del 15% per la tassazione delle multinazionali, insieme all’obbligo di versare le imposte nei Paesi in cui effettivamente svolgono le proprie attività, rappresenta l’inizio di un percorso verso una giustizia fiscale e quindi verso una riduzione delle disuguaglianze”, ha sottolineato Gian Paolo Gualaccini, consigliere del Cnel e coordinatore del Comitato per l’esame degli Atti dell’Unione europea del Cnel, aggiungendo che il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro “accoglie con soddisfazione l’accordo Ue sulla minimum tax perché rappresenta un altro passo nella direzione di un approccio sovranazionale e integrato in materia di fiscalità e nell’ottica di realizzare un’unione fiscale europea con un bilancio comune capace di imposizione fiscale e di redistribuzione delle risorse per un maggiore benessere di tutti”.

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