Sinodo: Ruffini, “ieri a Casa Santa Marta alcuni poveri hanno pranzato con il Papa e il card. Krajewski”, “oggi molti interventi sul tema della pace e della guerra”

Ieri, a Casa Santa Marta, alcuni poveri hanno pranzato con Papa Francesco e il card. Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio. Lo ha reso noto il prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini, nel briefing odierno in Sala stampa vaticana. “Amore, solo amore”: è questo ciò che i partecipanti a questa sorta di “mini-Sinodo” hanno chiesto alla Chiesa. 339 i partecipanti ieri pomeriggio in Aula Paolo VI, 345 quelli di stamattina; fino ad oggi – ha riferito Ruffini – circa 15o partecipanti hanno preso la parola, pari a più di un terzo dell’Assemblea sinodale. Le Congregazioni di ieri pomeriggio, di questa mattina e di questo pomeriggio sono state dedicate alle prime relazioni dei Circoli Minori, con i rapporti di ognuno dei 35 tavoli seguiti dagli interventi liberi sul modulo B1 dell’Instrumentum laboris, che è suddiviso in cinque sottosezioni. “Ciò che accade nel mondo” non è rimasto fuori dall’Aula Paolo VI, ha reso noto il prefetto: “Stamattina, nella meditazione del card. Roche, è stato evocato il pericolo di una guerra sanguinosa. Più interventi hanno riguardato il tema della pace, delle popolazioni che soffrono per la guerra, chiedendosi come i  cristiani possano essere un segno di pace e riconciliazione nel nostro mondo sfigurato da guerre e violenze”, come ha detto anche Papa Francesco durante l’udienza generale di oggi. Nella seconda parte della mattinata, sono stati fatti “forti appelli alle zone di guerra ed è stata auspicata più attenzione alla sofferenza di alcune terre orientali”. Sempre nella mattinata di oggi, esaminando i moduli B/1-B/2 e B/4 dell’Instrumentum laboris, si è affrontato tra gli altri il tema dell’identità sessuale, che per alcuni “va affrontato con responsabilità e convinzione, rimanendo fedeli al Vangelo e agli insegnamenti della Chiesa”, mentre per altri “non c’è bisogno di maggior discernimento”. Ci si è chiesti inoltre “come incarnare la pastorale riguardo all’amore tra le coppie gay e di divorziati risposati”, ribadendo che “bisogna rifiutare ogni forma di omofobia”. “Molte difficoltà”, è stato detto, “nascono dalla non conoscenza del cammino personale di ciascuno”. In Aula Paolo Vi si è affrontato inoltre anche il tema della difesa della famiglia e quello degli abusi e degli scandali, che mettono in dubbio “la nostra credibilità come Chiesa”: di qui la necessità di “sradicare l’abuso sessuale, di potere e spirituale, e di fare di tutto per essere vicini alle vittime”. Non sono mancate la preoccupazione per “l’attualizzazione del linguaggio della Chiesa” e la conseguente “formazione all’ascolto, in un mondo virtuale come luogo di pericoli ma anche di incontro”. Per quanto riguarda la seconda parte del modulo B, e in particolare della sottosezione B1/4, relativa all’impegno ecumenico, si è affermato che “per la sinodalità l’ecumenismo è essenziale” e si è segnalata l’attitudine delle famiglie miste a pregare insieme, in quanto “passo avanti per il comune riconoscimento nel battesimo”. Più difficoltà, invece, si incontrano nel dialogo con le sette.

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