Papa Francesco: udienza, “quando entriamo nella logica della lotta, della divisione tra noi, perdiamo umanità”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Quando noi entriamo nella logica della lotta, della divisione tra noi, dei sentimenti cattivi l’uno contro l’ altro, perdiamo umanità: abbiamo bisogno di umanità, di essere più umani!”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata a Santa Giuseppina Bakhita. “Umanizzare, umanizzare noi stessi e umanizzare gli altri:  questo è il lavoro che ci insegna”, ha proseguito Francesco ancora a braccio, facendo notare che Santa Bakhita “diventata cristiana, viene trasformata dalle parole di Cristo che meditava quotidianamente: ‘Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno’. Per questo diceva: ‘Se Giuda avesse chiesto perdono a Gesù anche lui avrebbe trovato misericordia’”. “Com-patire significa sia patire con le vittime di tanta disumanità presente nel mondo, e anche compatire chi commette errori e ingiustizie, non giustificando, ma umanizzando: questa è la carezza che ci insegna lei, umanizzare”, ha sottolineato il Papa a proposito del “segreto” di Santa Bakhita: “Sappiamo che spesso la persona ferita ferisce a sua volta; l’oppresso diventa facilmente un oppressore. Invece, la vocazione degli oppressi è quella di liberare sé stessi e gli oppressori diventando restauratori di umanità. Solo nella debolezza degli oppressi si può rivelare la forza dell’amore di Dio che libera entrambi. Santa Bakhita esprime benissimo questa verità. Un giorno il suo tutore le regala un piccolo crocifisso, e lei, che non aveva mai posseduto nulla, lo conserva come un tesoro geloso. Guardandolo sperimenta una profonda liberazione interiore perché si sente compresa e amata e quindi capace di comprendere e amare a sua volta. Questo è l’inizio: si sente compresa, si sente amata e lì capace di comprendere e amare gli altri. Infatti lei dirà: ‘L’amore di Dio mi ha sempre accompagnato in modo misterioso… Il Signore mi ha voluto tanto bene: bisogna voler bene a tutti… Bisogna compatire!’. Questa era l’anima di Bakhita”.

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