Consiglio d’Europa: premio Havel, i tre finalisti. Il russo Kara-Murza, la rete ungherese per i diritti Lgbtqia+ e quella ucraina che documenta i crimini di guerra

La rosa dei tre candidati al Premio Václav Havel per i diritti umani 2022, conferito dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce) a membri della società civile che lottano per la difesa dei diritti umani, è stata resa nota dalla giuria, composta da personalità indipendenti del mondo dei diritti umani e presieduta da Tiny Kox, Presidente dell’Apce. I finalisti sono: Vladimir Kara-Murza, politico, scrittore e storico russo, leader dell’opposizione e coordinatore della Fondazione Open Russia; dall’aprile 2022 si trova in carcere e rischia una condanna fino a 10 anni; la Coalizione Arcobaleno / Campagna per i diritti Lgbtqia+, rete di associazioni ungheresi che lottano per i diritti umani delle persone Lgbtqia+; la Coalizione Ucraina 5 AM, gruppo di associazioni che lavorano per scoprire, documentare, raccogliere e preservare le prove sui presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità in Ucraina durante l’aggressione russa. “Il Premio Václav Havel rende omaggio all’azione concreta, coraggiosa e determinata di donne, uomini e organizzazioni che difendono i diritti umani”, ha spiegato Kox. “Il loro coraggio e determinazione nel difendere i principi fondamentali di giustizia ed equità meritano il nostro profondo rispetto e gratitudine”, ha aggiunto. Al vincitore, che sarà reso noto il 10 ottobre prossimo, in apertura della sessione plenaria d’autunno dell’Apce, andranno 60.000 euro, un trofeo e un diploma. Il premio 2021 era stato assegnato all’attivista bielorussa per i diritti umani Maria Kalesnikava.

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