Diocesi: Rimini, ripulita la fiancata del Tempio Malatestiano imbrattato con una scritta

La mattina dello scorso 2 luglio è stata rinvenuta una vistosa scritta sul fianco destro del Tempio Malatestiano di Rimini. Un atto vandalico che, da quanto emerso, sarebbe stato realizzato utilizzando sostanze come caramello o cappuccino. Sostanze che, all’apparenza innocue perché commestibili, sono invece in grado di macchiare la pietra anche in modo irreversibile. Non si tratta, purtroppo, del primo caso di inciviltà, ignoranza e noncuranza nei confronti della Basilica Cattedrale di Rimini, opera chiave del Rinascimento riminese e una delle architetture più significative del Quattrocento italiano in generale, nonché principale luogo di culto cattolico del territorio.
La diocesi di Rimini si è immediatamente attivata, interfacciandosi con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio delle Province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, l’autorità competente, e presentando denuncia al Comando dei Carabinieri. Ma non solo.
Un intervento diretto per risolvere la situazione è stato posto in essere da alcune studentesse universitarie del Corso unico di Conservazione e restauro della Università di Bologna, sede di Ravenna (Giulia Catalano, Arianna Costantini, Elisa Esposito, Cecilia Marchesini e la professoressa Elena Cristoferi) che, in modo volontario, hanno impiegato l’intero pomeriggio di martedì 5 luglio a pulire le pietre imbrattate del duomo riminese utilizzando spazzolini e bisturi.
“La diocesi di Rimini si è volentieri accollata, ancora una volta, l’onere di ‘custodire’ il Tempio Malatestiano i cui benefici, però, ricadono sulla intera città e su tutto il territorio riminese – ha commentato don Danilo Manduchi, economo diocesano –. Vorremmo, però, che questo fosse consapevolezza di tutti anche quando occorre sostenerne i costi. Il Tempio è un bene di tutti”.

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