Colombia: padre De Roux (Commissione verità) al Sir, “dal presidente eletto varchi importanti, lavoriamo insieme per la pace”. E risponde alle critiche di Duque

“Il presidente eletto della Colombia, Gustavo Petro, sta aprendo varchi importanti, dobbiamo lavorare insieme per il bene comune del Paese”. Lo dice al Sir il presidente della Commissione per il chiarimento della verità (Cev), il gesuita Francisco De Roux, mentre a poco più di una settimana dalla presentazione del rapporto della Commissione, fa il punto sulla sul suo impatto nel mondo sociale e politico (oggi sarà la volta della presentazione ai vescovi, riuniti in assemblea). Queste le considerazioni del presidente della Cev sulle recenti elezioni presidenziali: “C’era un candidato, Rodolfo Hernández, che voleva cambiamenti contro la corruzione e l’altro candidato, Gustavo Petro, che chiedeva profondi cambiamenti, più strutturali. Usciamo dalle accuse e dall’odio e affrontiamo con entusiasmo le sfide della politica di cambiamento alle quali Dio ci chiama per far fiorire la Colombia. Il presidente eletto Petro è un essere umano con i suoi pregi e i suoi difetti, ma alla consegna del rapporto della Commissione verità ha detto pubblicamente e chiaramente: ‘Sto giocando per la riconciliazione della nazione’”.
Padre De Roux racconta del suo incontro con il presidente uscente Iván Duque, assente alla cerimonia ufficiale di presentazione, cui ha consegnato personalmente il rapporto: “Ha criticato il rapporto della Cev perché abbiamo chiesto cambiamenti nel sistema giudiziario. Le vittime ci dicono che l’attuale giustizia è inutile, quando le vittime denunciano si sentono male, rimangono senza risposta con tutta questa impunità e le vittime sono anche in pericolo, perché i colpevoli sanno chi ha fatto le denunce. Duque ci ha detto che la giustizia colombiana ha una forte solidità istituzionale, ma noi della Cev chiediamo una giustizia indipendente dal Presidente della Repubblica, indipendente dai partiti o dall’esercito, una giustizia indipendente dai paramilitari e dai narcotrafficanti. La seconda critica che ci ha rivolto il presidente Duque è che non capisce perché proponiamo il ministero della Pace, se esiste già un Consiglio presidenziale per la pace. Ma noi desideriamo che accanto al ministero dell’Economia e della Difesa, ci sia un Ministero della Pace che protegge sempre le vittime e attua gli accordi di pace”.

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