Svezia: rapporto della Chiesa cattolica nel Paese. Aumentano i fedeli, calano le risorse economiche

È cresciuto di circa mille persone il numero dei cattolici ufficialmente registrati in Svezia: 126.286 fedeli risultavano al 31 dicembre 2021, contro i 125.287 dell’anno precedente, anche se “si stima che il numero dei cattolici nel Paese sia significativamente più alto”. È il Rapporto della Chiesa cattolica in Svezia, pubblicato sul sito della diocesi di Stoccolma, che fotografa la situazione e descrive le modalità di funzionamento della Chiesa cattolica in Svezia. Sono 44 le parrocchie, 16 le missioni e sei le comunità di rito orientale attive nel Paese, accanto a 43 comunità religiose, con 134 suore e 8 monaci. I sacerdoti sono 172, di cui 86 diocesani, 86 i religiosi e 30 i diaconi permanenti dedicati al lavoro pastorale nelle comunità. In seminario, a Uppsala, ci sono 8 candidati al sacerdozio, “tra cui un piccolo gruppo di ex sacerdoti della Chiesa di Svezia che ha ricevuto il permesso del Papa di diventare sacerdote cattolico uxorato”. Durante il 2021 il card. Anders Arborelius ha consacrato due nuove cappelle: una, dedicata a San Giuseppe, a Göteborg, l’altra, di San Domenico a Rattvik. Nel 2021, per mettere al centro l’evangelizzazione, c’è stata una ristrutturazione degli organismi diocesani secondo tre ambiti di attività: società e vita, dialogo e unità, formazione alla fede e liturgia.
Il rapporto, che comprende anche la dettagliata situazione dei bilanci e dei conti della diocesi, mostra che dalle tasse ecclesiastiche la Chiesa cattolica ha ricevuto quasi 251mila corone svedesi nel 2021 (circa 24mila euro); nell’anno della pandemia sono arrivati anche altri fondi statali a sostenere la vita delle comunità. Rispetto al futuro però, dice il rapporto, ci sono “rischi e incertezze significative” legate soprattutto alle prossime elezioni politiche (11 settembre 2022) e all’“agenda politica futura”: si paventa una possibile riduzione dei sussidi statali alle comunità di fede in Svezia. A questo si aggiunge l’incertezza geopolitica che potrebbe avere un effetto negativo sulle finanze della diocesi e il calo dei contributi di donatori internazionali, eccezion fatta per il sostegno a singoli progetti specifici.

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