R.D. Congo: Msf chiude attività a Nizi e Bambu per insicurezza e impunità

Quattro mesi dopo che un convoglio di mezzi di Medici senza frontiere (Msf) è stato preso d’assalto da un gruppo non identificato di uomini armati nella provincia dell’Ituri, nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc), Msf annuncia che chiuderà le proprie attività a Nizi e Bambu perché le parti coinvolte nel conflitto non hanno fornito adeguate garanzie sulla sicurezza. Due membri dello staff di Msf sono stati gravemente feriti lo scorso 28 ottobre durante un attacco sulla strada tra Kobu e Bambu nel territorio di Djugu, nella provincia dell’Ituri.  “Purtroppo, non abbiamo avuto altra scelta che chiudere i nostri progetti” dichiara Olivier Maizoué, coordinatore dei progetti Msf in Rdc. “I rischi sono semplicemente troppo alti e di conseguenza è impossibile tornare in sicurezza in quelle zone. Siamo molto dispiaciuti di questa decisione perché avrà delle pesanti conseguenze su una popolazione con gravi necessità”. Msf continuerà a garantire assistenza medico umanitaria in altre zone della provincia dell’Ituri, incluse Drodro e Angumu, e continuerà a supportare le autorità sanitarie locali a Nizi e Bambu attraverso la donazione di farmaci e forniture mediche per coprire i prossimi mesi.  Msf ribadisce la richiesta di “un’investigazione portata avanti dalle autorità e chiede a tutte le parti belligeranti e alle persone in posizione chiave di impegnarsi affinché siano create le giuste condizioni per garantire assistenza a tutte le persone che ne hanno disperatamente bisogno”. Già nel giugno 2021, durante i combattimenti nell’area di Boga, il principale ospedale della città supportato da Msf è stato gravemente danneggiato: almeno 12 persone hanno perso la vita, diversi edifici inclusa la terapia intensiva sono stati bruciati e la farmacia dell’ospedale e le forniture sanitarie saccheggiate. “Siamo preoccupati per i numerosi attacchi e i saccheggi delle strutture sanitarie e siamo profondamente turbati dal clima di impunità che regna oggi in questa parte della Repubblica Democratica del Congo” ha dichiarato Jérome Alin, capo missione Msf. “Sappiamo che l’impunità alimenta ancora più violenza”. Msf in Rdc organizzerà un giorno di protesta il 23 marzo.

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