Praedicate evangelium: card. Semeraro, “sostenere e valorizzare la voce delle Conferenze episcopali”

“L’Evangelii Gaudium dice che occorre una profonda riflessione sulla natura delle Conferenze episcopali, e questo non per restringere, ma per approfondire”. Lo ha ricordato il card. Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, rispondendo alle domande dei giornalisti durante la presentazione della “Praedicate evangelium”. Il Consiglio di Cardinali, ha sottolineato Semeraro, “anche nella fase della pandemia auspicava e chiedeva al Papa un approfondimento, su quanto richiesto da lui nell’enciclica”. “La nuova costituzione non abroga il Codice di diritto canonico – ha precisato mons. Gianfranco Ghirlanda, professore emerito di diritto canonico nella Pontificia Università Gregoriana – perché le Conferenze episcopali hanno potestà legislativa limitata soltanto alle materie stabilite dal Codice. Questo rimane”. Per quello che riguarda le dichiarazioni di carattere dottrinale, “le Conferenze episcopali hanno una potestà di magistero, ma già stabilita dall’Apostolos suos”, ha precisato Ghirlanda: “ciò che viene stabilito da una Conferenza episcopale non può contraddire magistero universale, altrimenti ci si pone al di fuori della comunione ecclesiale”. Ciò che dice la nuova costituzione, per il canonista, “si pone piuttosto sul piano della comunione ecclesiale tra i vescovi, al di là del fatto se si tratti di un atto legislativo o di una interpretazione dottrinale. Ciò che è importante è che si attui una dimensione collegiale del ministero dei vescovi e si crei una comunione più profonda tra i vescovi e la Conferenza episcopale. Ho assistito alla riunione di una Conferenza episcopale dove si vedevano chiaramente due partiti, e questo non deve darsi nella Chiesa”. Ogni conferenza episcopale, ha ricordato inoltre Semeraro, “deve osservare alcune normative per le decisioni, come la maggioranza qualificata e non numerica, e poi c’è la ‘recognitio’ delle delibere”. “Nella attuale costituzione – ha aggiunto il cardinale – si chiede di sostenere e valorizzare la voce delle Conferenze episcopali: per molti istituti che prima richiedevano l’approvazione di un dicastero, già ora si chiede solo la ‘confirmatio’, che vale ad esempio per le disposizioni liturgiche e per i catechismi”.

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