Italiani nel mondo: Savino (Cei), “liberiamoci dalla sindrome del capezzale dei giovani e creiamo condizioni di lavoro in Italia”

(foto Sir)

“Noi adulti dobbiamo liberarci dalla sindrome del capezzale dei giovani. I giovani non sono il futuro, sono il presente”. Lo ha detto oggi a Roma monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Cei, durante la presentazione della XVII edizione del Rapporto Italiani nel mondo 2022 della Fondazione Migrantes. “I giovani stanno andando via per motivi di lavoro e di studio e non tornano più – ha affermato -. Questo significa che dobbiamo creare le condizioni per un lavoro bello, pulito e solidale”. Dal rapporto emerge infatti “una mobilità italiana malata”, perché caratterizzata dalla necessità e unidirezionale, ossia si parte e si non torna più”, ha precisato. Come vescovo del Sud monsignor Savino ha fatto presente il problema dello spopolamento delle aree interne e invitato la politica “ad assumere le proprie responsabilità” in proposito. “Se nel dopoguerra gli italiani andavano all’estero come manodopera ora partono giovani con due o tre lauree – ha osservato -. Questo depotenzia il nostro capitale umano mentre arricchisce il Nord Europa. Noi del Sud dobbiamo liberarci dalla cultura assistenzialista e creare invece un welfare generativo”. Il rapporto Italiani nel mondo, ha concluso il vicepresidente della Cei, “ci aiuta ad osare di più: quando parliamo di fenomeno migratorio è in gioco la democrazia. Per favore, osiamo di più perché la storia di domani ci giudicherà dal coraggio che abbiamo avuto nel risolvere il fenomeno migratorio”.

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