Caporalato: Rota (Fai Cisl), “superare la politica dei ghetti, che genera solo sfruttamento e illegalità”

(Foto: Fai Cisl)

“La nostra petizione ‘Mai più ghetti’ su change.org ha superato le 20 mila firme. Impegneremo i parlamentari della XIX legislatura appena iniziata e il prossimo Governo a sostenere la nostra battaglia di civiltà, per superare questi insediamenti e restituire dignità e qualità del lavoro agli oltre 300mila lavoratori irregolari in agricoltura”: lo ha dichiarato il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, intervenendo al convegno organizzato a Brescia.
Secondo i dati del settore vigilanza Inps a livello nazionale la percentuale dei lavoratori in nero in agricoltura è pari al 38% (contro il 33% in edilizia, il 27% nell’industria e il 21% nel terziario) con 88 lavoratori “in nero” ogni 100 aziende.
La Lombardia si conferma la prima regione agricola d’Italia, producendo il 37% del latte, il 42% del riso e il 40% dei prodotti suinicoli italiani. È prima anche per superficie dedicata all’agricoltura con il 69% del territorio occupato da attività agricole, per 50mila aziende attive. I dati dell’Ispettorato del lavoro regionale evidenziano come in Lombardia nel 2021 siano state ispezionate 205 aziende, facendo registrare 96 lavoratori in nero (9 senza permesso di soggiorno) 38 lavoratori interessati da fenomeni di caporalato e 250 da azioni di appalto illecito.
“Dobbiamo pensare a nuove politiche migratorie, progetti per alloggi e trasporti, dobbiamo superare la politica dei ghetti, che genera solo sfruttamento e illegalità – ha affermato Rota durante il suo intervento -. Il caporalato non rappresenta l’agricoltura italiana, lo sappiamo bene. Ma è un fenomeno che ci riguarda tutti, ed è urgente un’assunzione di responsabilità e azioni concrete. Terremo alta anche l’attenzione sull’eventuale reintroduzione dei vecchi voucher, sui cui siamo nettamente contrari. Il lavoro accessorio è ben normato, non rischiamo di ricadere in dinamiche distorte e pericolose”.
“Il caporalato in agricoltura colpisce maggiormente i lavoratori immigrati, ecco che il ruolo dell’intermediazione, ben interpretato dalla bilateralità, può fare la differenza. Comprendere le reali esigenze delle aziende e calibrare i decreti flussi all’andamento del mercato del lavoro, è un percorso da consolidare – ha sottolineato il segretario nazionale Cisl, Andrea Cuccello –. Anche la parcellizzazione delle aziende non aiuta a contenere e debellare il fenomeno ed è un aspetto da considerare. La formazione residenziale, legata in particolare alle esigenze abitative dei lavoratori immigrati e stagionali, è lo strumento più forte che abbiamo per aumentare qualità, sicurezza e legalità nel mondo del lavoro”.

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