Sinodo: card. Grech, “non è il voto che conta”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Questa attenzione al voto non mi lascia sereno. Non è il voto che conta”. Così il card. Mario Grech, segretario generale della Segreteria del Sinodo dei vescovi, ha risposto alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se la questione di concedere o meno il voto alle donne presenti come osservatrici al Sinodo sia una questione aperta o chiusa. “Se il Sinodo – ha argomentato il cardinale – è un processo che coinvolge tutto il popolo di Dio, anche tutto il popolo di Dio deve convergere in un consenso. Dobbiamo insistere più su come possiamo dialogare, conversare, discernere insieme per possibilmente arrivare a questa armonia. Se veramente invochiamo lo Spirito Santo e ci apriamo allo Spirito Santo, lo Spirito Santo è l’armonia”. “Il Sinodo inizierà il 10 ottobre, e la prima fase sarà quella di consultazione nelle Chiese locali, dove tutti devono partecipare – uomini e donne – per contribuire al primo livello di discernimento”, ha sottolineato poi il cardinale. “Le donne fanno parte del popolo di Dio, vanno ascoltate e considerate protagoniste del processo sinodale”, ha affermato Myriam Wijlens, professore ordinario di Diritto canonico presso l’Università di Erfurt e consultore dellaSegreteria generale del Sinodo dei vescovi. ”Il Sinodo – ha osservato – sarà un’occasione importante per coinvolgerle, per parlare coraggiosamente e presentarsi. Apparteniamo a differenti culture. Spero che il Sinodo possa aprire le porte e che le donne siano apprezzate, invitate a parlare con le loro speranze e i loro sentimenti”. “Il popolo di Dio non è una massa informe, ma è strutturato nelle chiese particolari”, ha aggiunto don Dario Vitali, professore ordinario nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana, consultore della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi: “Il primo e necessario contributo di tutti sta nella consultazione del popolo d nelle Chiese particolari. L’universalità della Chiesa non è livellamento, ma accoglienza della diversità delle voci”.

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