Sinodalità: p. Fortunato (Assisi), “la fraternità si fa camminando, valorizzando i talenti dell’altro”

“La fraternità si fa camminando”. Lo ha ricordato padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del sacro convento di Assisi, che oggi pomeriggio è intervenuto alla 70ª Settimana di aggiornamento pastorale promossa dal Centro di orientamento pastorale (Cop) ad Assisi sul tema “In cammino verso il Sinodo della Chiesa italiana”.
Chiamato a parlare di “Sinodalità e ‘mistica della fraternità’”, p. Fortunato ha sottolineato che “sinodalità è testimonianza ‘del cuore’”, con il fratello e con il creato. Richiamando il vissuto di san Francesco, ha spiegato che “la fraternità la si costruisce valorizzando i talenti che l’altro ha”. “L’altro – ha aggiunto – non è un pezzo ‘di ricambio’”. Il direttore della Sala Stampa del sacro convento di Assisi ha poi evidenziato che “il cammino fa parte del linguaggio della fraternità”. “Non ti appropri di niente, tutto è dono e tutto è donato”, ha spiegato. Per spiegare la “mistica della fraternità” di san Francesco, p. Fortunato ha evidenziato tre aspetti. Innanzitutto, “Francesco ci chiede di vivere bene il tempo nella sua accezione più piena, donandoci all’altro. Il tempo è vero e qualifica la nostra vita se noi lo adoperiamo per donarci agli altri, non rimanendo affogati dal tempo”. In secondo luogo, va evitata “la ferita all’identità altrui”. “Non c’è cosa più brutta – ha proseguito –, in un contesto sociale, del ‘non abbiamo bisogno di te’. Far sentire escluso l’altro e il fomentare la logica dello scarto non ci permette di vivere pienamente la nostra umanità”. Infine, Francesco esorta “a non prendersela, a vivere la propria fede in modo aperto, inclusiva”. Tre i concetti chiave consegnatici da Francesco: quello dell’“attenzione”, che significa “tendere verso l’altro, uscire dall’io”; quello dell’“umiltà”, che significa “rendere la mia vita pronta a ricevere, perché sia generativa”; e quello della “felicità”, che sta “nello stupore di colui che guarda e dice ‘Che bella quell’umanità ricca di frutti di Dio’”.

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