Diocesi: Gorizia, l’Azione cattolica celebra i suoi primi 100 anni di attività. Un volume sul “volto femminile” dell’associazione

L’Azione cattolica della diocesi di Gorizia si prepara a ricordare i suoi primi cento anni di attività. Per questo motivo “già nel 2020 si è provveduto al trasferimento dell’archivio storico nella nuova sede, per una sua migliore conservazione e, speriamo presto, fruizione e alla scelta di un archivista che sta procedendo alla catalogazione accurata di tutti documenti, secondi i criteri prescritti per questo tipo di attività”, spiegano dalla sede associativa. “Dallo studio di alcuni documenti del nostro archivio è iniziato il desiderio di conoscere meglio alcuni protagonisti della storia della nostra associazione e, per questo motivo, siamo partiti dalla ricerca di quelle donne che ne sono state le principali rappresentanti. Questo perché fin dagli inizi le donne furono le protagoniste della storia dell’azione cattolica nazionale: come non ricordare Armida Barelli che, nel 1918, fondò la Gioventù femminile di Azione cattolica, impegnata nella formazione femminile su tutti i piani, quello spirituale ma anche quello delle scelte di vita quotidiana da compiere”.
Partendo dai documenti dell’archivio è nato il volume che verrà presentato lunedì 13 settembre alle ore 20.30 sul canale Youtube e sulle pagine social dell’associazione: il volume si intitola “Il volto femminile dell’Azione cattolica nella diocesi di Gorizia nei suoi primi cento anni”, e contiene quaranta biografie, a cura di Maria Serena Novelli. La presentazione vedrà all’inizio l’intervento dell’arcivescovo Redaelli; seguiranno gli interventi di Ernesto Preziosi, già presidente dell’Isacem, che si soffermerà sul ruolo delle donne nei primi anni della storia dell’associazione; Ferruccio Tassin, Deputazione di storia patria per il Friuli parlerà delle figure femminili protagoniste del volume. Seguirà una conversazione tra Maria Serena Novelli, curatrice delle biografie, e Barbara Spanedda, responsabile dell’Archivio storico diocesano. Al termine le conclusioni da parte di Paolo Cappelli, presidente diocesano.

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