Ordinariato militare: mons. Marcianò (Omi), “difendere e curare” come San Camillo

(foto Esercito Italiano)

“Difendere e curare: sono i due verbi che la vostra missione vi affida. Non solo curare, come fanno tutti i medici e gli operatori sanitari. Non solo difendere, come fanno tutti i militari. Ma difendere e curare: un binomio bellissimo, che San Camillo ha vissuto e testimoniato in pieno”. Lo ha detto l’Ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, che ieri nella Caserma “Artale” alla Cecchignola, presso la Scuola di Sanità e Veterinaria militare, ha celebrato la ricorrenza dedicata a San Camillo. Due verbi che, “con il Vangelo, coniughiamo pienamente attraverso il verbo amare, amare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente”. Mons. Marcianò ha ricordato come “gli studi scientifici abbiano contribuito a combattere malattie tremende o aiutato a superare problemi sociali. Se è a servizio dell’uomo, della sua salute, della sua vita, il sapere è davvero una via di amore”. Amare con tutta l’anima: “In questa Scuola – ha detto l’arcivescovo castrense – voi imparate a dare la vita per la vita altrui. Imparate una dedizione che può esistere laddove si abbia contezza profonda di quella dignità umana, per la quale il vostro servizio si consuma”. Un esempio chiaro è stata la pandemia durante la quale “abbiamo toccato con mano, e contemplato con ammirazione, l’impegno oblativo di medici, infermieri e militari di tutti i corpi”. “Nell’amare con tutto il cuore – ha aggiunto Marcianò – la capacità di difesa e di cura assume i toni della passione e della compassione. Del fuoco che ti spinge dal di dentro e ti proietta verso l’altro” come insegna una Santa come Madre Teresa di Calcutta e San Camillo, “il quale, nel servizio ai malati, trova il senso stesso della sua esistenza”. Dall’arcivescovo anche un monito ai militari affinché alla crescita professionale si affianchi “una crescita umana e spirituale. La vocazione alla famiglia, che la maggior parte di voi vive, o il cammino della fede, sono elementi importanti da coltivare, da non trascurare. Sono la fonte di quella forza di affetti e di spirito che rende il vostro cuore capace di riscaldare il cuore altrui, offrendo un servizio sanitario ricco di umanità, in grado di accompagnare veramente nella difficoltà o nell’emergenza, nella malattia e nella morte, e di conservare sempre uno sguardo di speranza”.

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