Carceri: don Grimaldi (cappellani), “visita a S. Maria Capua a Vetere di Draghi e Cartabia un grande incoraggiamento”

La visita del premier Mario Draghi e della ministra della Giustizia Marta Cartabia al carcere di Santa Maria Capua Vetere, teatro di violenze e pestaggi ai detenuti, segna “un punto fermo” per una “svolta” nella “realtà carceraria”. Ne è convinto don Raffaele Grimaldi, ispettore dei cappellani delle carceri italiane. “Certamente la visita di Draghi e di Cartabia denota una grande attenzione verso il carcere e la realtà penitenziaria: è lo Stato che incontra le persone lasciate sole, per incoraggiarle soprattutto in questo periodo di emergenza. Infatti, Cartabia e Draghi hanno riservato una particolare attenzione con il loro messaggio al mondo penitenziario. La visita è stata di grande incoraggiamento e di forza morale in un momento così difficile e di crisi”, sottolinea il sacerdote.
Una visita che rimarrà nella storia del sistema penitenziario. “La visita – afferma don Grimaldi – è sicuramente un punto fermo che ci fa comprendere l’inizio di un nuovo percorso. Non soltanto di attenzione, ma anche di svolta verso la realtà penitenziaria. Bisogna puntare, insomma, sulla formazione permanente”.
I detenuti hanno gridato: “Indulto!”, con cori e applausi all’arrivo del premier e della ministra. “Il discorso legato all’indulto e all’amnistia – riflette l’ispettore – emerge ogni volta che si affronta la questione del sovraffollamento carcerario. La ministra certamente darà le sue indicazioni in quanto, all’interno delle nostre carceri, ci sono tante persone che potrebbero stare fuori”.
Alla luce del dato sulle violenze nelle carceri secondo il quale sono state inflitte undici condanne ad agenti della penitenziaria accusati di torture da inizio anno, don Raffaele precisa: “Fa male a tutti quello che è successo, se pensiamo ai recenti pestaggi avvenuti nel carcere, ma ci sono anche tante realtà positive. Queste sono mele marce da estirpare, però, l’attenzione verso il carcere deve esserci sempre, non solo in questa occasione. Infatti, il carcere fa parte delle nostre società e per questo motivo deve essere posto sotto una costante e attenta osservazione”.

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