Missioni militari all’estero: Un Ponte Per (Ong), “sconcertati di fronte al rifinanziamento degli accordi di cooperazione Italia-Libia”

“Rimaniamo sconcertati di fronte al rifinanziamento degli accordi di cooperazione Italia-Libia e più in generale all’assenza di una vera discussione sulle ragioni del fallimento di alcune missioni internazionali come quelle dell’Afghanistan”. Lo afferma in una dichiarazione Angelica Romano, co-Presidente di Un Ponte Per. “Si procede nel reiterare le missioni per atto di fede ideologica, ignorando volutamente il grido di dolore delle migliaia di persone ostaggio nelle prigioni libiche o rifiutandosi di spiegare agli italiani e alle italiane a cosa sono serviti tutti i miliardi spesi in 20 anni di partecipazione alla guerra in Afghanistan, costata oltre 250 mila vittime di cui 53 italiane”. Ancora una volta, rimarca Romano, “il Parlamento ha scelto di non affrontare le conseguenze degli accordi con la Libia: violenze, abusi e torture in spregio ai diritti umani e alle convenzioni internazionali. Continuare a delegare alle varie milizie libiche la gestione e il contenimento con ogni mezzo del flusso di migranti, è destinato a produrre nuove insopportabili tragedie”. “L’Italia ha bisogno di ripensare radicalmente le proprie missioni internazionali, spostando il peso della partecipazione verso la cooperazione allo sviluppo e il sostegno delle società civili locali – afferma l’altro co-Presidente di Un Ponte Per, Alfio Nicotra -. Sul versante migrazioni è necessario, inoltre, rafforzare il sistema dei corridoi umanitari per consentire migrazioni legali e sottrarre queste persone al traffico di esseri umani. Come organizzazione non governativa attiva dal 1991 in Medio Oriente, crediamo imprescindibile dar voce e forza alle società civili irachene, libanesi, afghane e anche quella della nascente società civile libica. Abbiamo il dovere di supportarle avviando un dialogo tra popolo e popolo, partendo dal basso”.

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