Conferenza sul futuro dell’Europa: Zacarias (co-presidente plenaria), “oggi abbiamo sentito tanti appelli a inclusione e cambiamento, è tempo di agire e lavorare”

(Foto: Parlamento europeo/Sir)

La richiesta che “i Balcani occidentali siano integrati nel processo della Conferenza sul futuro dell’Europa” sarà discussa nel contesto del Comitato esecutivo. Lo ha assicurato il co-presidente della plenaria Guy Verhofstadt, chiudendo lo scambio su obiettivi e priorità, nella sessione inaugurale della Conferenza sul futuro dell’Europa. Da diverse voci nel corso del lungo dibattito è venuta la richiesta che i Paesi che stanno lavorando per entrare a far parte dell’Ue siano inclusi in un processo che ne riguarda il futuro. Contrariamente al programma, la discussione, serena e articolata, si è prolungata per quattro ore, ritardando di oltre un’ora la conclusione della sessione. La prossima plenaria si riunirà il 22 e il 23 ottobre: si lavorerà in nove gruppi di lavoro, attorno agli stessi nove temi della piattaforma digitale su cui i cittadini sono invitati a pronunciarsi e contribuire: cambiamento climatico e ambiente, salute, un’economia più forte, giustizia sociale e occupazione, l’Ue nel mondo, valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza, trasformazione digitale, democrazia europea, migrazione, istruzione-cultura- gioventù e sport. Ogni gruppo di lavoro sarà ugualmente rappresentativo di tutte le istanze presenti nell’assemblea (istituzioni europee, parlamenti nazionali, organismi europei, società civile, cittadini). Tra settembre e ottobre si svolgerà anche la prima riunione per i quattro panel dei cittadini europei. “Oggi abbiamo sentito tanti appelli all’inclusione, al cambiamento, all’azione e a produrre risultati, appelli al coraggio, e richieste di aiuto: è tempo di agire e lavorare”: così il segretario di Stato portoghese per gli affari europei, Ana Paula Zacarias, co-presidente della plenaria. A fine giugno, con il passaggio di presidenza dal Portogallo alla Slovenia, Zacarias lascerà il Comitato esecutivo, in cui, ha detto rivolta ai due co-presidenti di Parlamento e Commissione, “ho imparato molto e ho sentito un vero spirito europeo”.

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