Venerdì Santo: mons. Muser (Bolzano), “la globalizzazione dell’indifferenza non danneggia solo gli altri ma anche noi stessi, se ci arrendiamo ad essa”

La globalizzazione dell’indifferenza “non danneggia solo gli altri ma anche noi stessi, se ci arrendiamo ad essa”, tanto più in questo tempo di pandemia. È il monito lanciato oggi pomeriggio dal vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, durante la liturgia del Venerdì Santo che ha presieduto nel duomo di Bolzano.
Nell’omelia il vescovo si è soffermato sul “dono delle lacrime” nella tradizione spirituale della Chiesa, come ricorda spesso Papa Francesco: “Questo dono non significa pianto o autocommiserazione – ha osservato mons. Muser – e la narrazione della Passione attraverso Pietro ci porta nella giusta direzione: si tratta del dono e della volontà di lasciarsi toccare interiormente, di non diventare insensibili”. Per questo, ha domandato: “Ci facciamo coinvolgere da quello che succede agli altri, partecipiamo alle loro sofferenze? Le tante notizie e immagini della pandemia ci hanno reso più sensibili, più in ascolto, più solidali con le difficoltà delle persone? Guardiamo o voltiamo lo sguardo altrove?”. “Se diamo libero sfogo alla globalizzazione dell’indifferenza – ha evidenziato il vescovo – essa ci priverà della nostra umanità”. “Non pensiamo che la nostra indifferenza danneggi solo gli altri: deformerà anche noi, se ci arrendiamo ad essa”, ha spiegato mons. Muser, secondo cui “la via non può essere quella di diventare sempre più chiusi e induriti. Da qui la proposta del Papa di pregare per il dono delle lacrime”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa