Messa crismale: mons. Gianotti (Crema), “in questo tempo di incertezza viviamo la virtù evangelica della pazienza”

“In questo tempo di incertezza, legato non solo alla pandemia, viviamo la virtù evangelica della pazienza”. Questo l’invito rivolto da mons. Daniele Gianotti, che ha presieduto ieri mattina la messa crismale nella cattedrale di Crema. Mons. Gianotti ha sottolineato che la pazienza “è tutt’altro che un atteggiamento rassegnato, passivo, così come non è un atteggiamento vendicativo, rancoroso, di chi si sente represso e aspetta solo il momento buono per reagire e scatenarsi”. “Si tratta invece – ha proseguito il vescovo di Crema – dell’amore che è al centro dell’esistenza credente ed è il dono più grande dello Spirito, perché, come scrive san Paolo, ‘l’amore è paziente’”. Riflettendo sul tempo che stiamo vivendo, mons. Gianotti ha evidenziato come “questa incertezza abbia allargato e reso più acuta un’incertezza che accompagna da tempo la nostra vita di Chiesa e il nostro stesso ministero”. Rivolgendosi ai sacerdoti presenti in cattedrale, il vescovo ha ricordato come “le nostre reazioni questo situazione possono essere diverse; c’è chi si sente più sicuro nell’individuare strategie da perseguire, c’è chi vorrebbe fare passi più radicali in direzioni nuove, chi vorrebbe ricuperare riferimenti che in passato si sono mostrati più solidi. E tutto questo non vale solo per noi, ai quali è stato affidato il ministero nella Chiesa, ma anche per i nostri fedeli e le nostre comunità”. Il vescovo di Crema ha inoltre ricordato come “la pazienza ci impegni nell’ascolto reciproco, in uno stile di comprensione e di benevolenza che non pretende di avere in tasca la soluzione dei problemi”. “Forse – ha aggiunto – non esiste ‘la’ soluzione e ci occorre la magnanimità e la sapienza di accettare anche strade differenti, senza che necessariamente entrino in conflitto”. Per non lasciarsi paralizzare dall’incertezza, mons. Gianotti ha lanciato infine l’invito alla condivisione delle esperienze pastorali fatte, “facendo crescere sempre più nel presbiterio diocesano e in tutta la diocesi uno stile di confronto fraterno”.

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