Messa crismale: mons. Carboni (Oristano e Ales-Terralba), “assumere coraggiosamente questo momento impegnativo nel contesto del cambio di epoca”

“Il primo passo, per essere veri testimoni nel mondo è quello di assumere coraggiosamente questo momento impegnativo, anche di disorientamento e di ansia, nel contesto di questo cambio di epoca. Siamo chiamati ad accettarlo prima di tutto noi presbiteri e poi aiutare il corpo della Chiesa, i fedeli, ad assumere questo processo di trasformazione. Si tratta di pregare, riflettere con attenzione, condividere, studiare, ascoltare”. Lo ha affermato ieri mons. Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e amministratore apostolico di Ales-Terralba, nel corso della Messa crismale che ha presieduto nella cattedrale arborense.
“Non possiamo fare come se le cose non avvenissero, come se il mondo non stesse cambiando, come se la comunità dei fedeli non vivesse incertezze e confusione e fosse sufficiente aspettare che tutto ritorni come prima”, ha ammonito l’arcivescovo: “Dobbiamo dircelo con chiarezza: non si ritornerà al come prima; forse a meglio di prima, oppure diversamente da prima, ma non come prima”.
“Tutti noi – ha osservato – ci chiediamo quale forma assumerà la nostra esperienza ecclesiale, come vivremo la nostra vocazione a essere il popolo di Dio guidato dallo Spirito Santo, quando terminerà questo lungo periodo di sospensione delle forme abituali e consuete nel nostro vivere la fede”. “Cari presbiteri e fedeli laici, ci rendiamo conto che tutta la Chiesa, le nostre comunità, ma anche noi siamo immersi in questa transizione?”, ha domandato mons. Carboni. “In questi anni – ha spiegato – siamo stati chiamati a ridefinire la nostra vocazione e identità cristiana e anche sacerdotale, per rispondere alle sfide che incontravamo. Mettiamoci criticamente di fronte alla tentazione di cristallizzarci nel passato o di pensare a un’ipotetica modernità ecclesiale, protesa solo al futuro e senza radici: in entrambi i casi si rischia di impedire l’azione dello Spirito Santo nella storia”.
L’arcivescovo ha esortato ad “essere testimoni nel mondo. Dobbiamo metterci nella disponibilità di ascoltare con attenzione, ad accogliere le posizioni dell’altro per entrare in una dimensione di dialogo e ascolto reciproco. Dobbiamo incamminarci in questa prospettiva, dove l’altro mi può aiutare anche nel mio modo personale di affrontare le sfide”. E ha chiesto di “crescere nella collaborazione: dobbiamo approfondire questa prassi che non significa solo fare quanto è stato progettato, ma farci coinvolgere nella riflessione, a volte anticiparla, suggerire, proporre, stimolare”.

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