Terzo settore: Acli, “la norma sull’Iva al non profit deve essere abrogata”

“La norma sull’Iva al non profit deve essere abrogata”, come ha richiesto ieri tutto il Terzo settore nella conferenza stampa promossa dal Forum, “così come devono essere rimesse subito in approvazione le richieste di modifica al fisco del Terzo settore”. Sono le richieste delle Acli, in una nota diffusa ieri sera.
Poi “va istituito un tavolo di confronto dove si deve procedere all’esclusione Iva delle attività non commerciali svolte dagli enti di Terzo settore, verso soci e partecipanti. La coerenza con la direzione tracciata dalla riforma del Terzo settore, approvata anni dopo la procedura di infrazione europea, che vede gli enti di Terzo settore svolgere un ruolo costituzionalmente fondamentale, non di mercato ma di condivisione sociale, ruolo riconosciuto anche da una sentenza della Corte costituzionale, rappresenta un motivo più che valido per l’esclusione, anche guardando al piano di azione sull’economia sociale dell’Unione europea”.
Le Acli incalzano: “Nessuno ha mai provato a spiegare nulla di tutto ciò all’Unione europea. Come mai? Si preferisce sacrificare il Terzo settore sul tavolo delle 102 infrazioni a carico del nostro Paese, magari per guadagnare altri 10 anni di infrazione sull’Ilva di Taranto (vista la recente proposta di piano industriale) piuttosto che sul ‘quasi usucapione’ concesso agli stabilimenti balneari (questione sulla quale è intervenuto anche il Consiglio di Stato), piuttosto che sulla trasparenza finanziaria dei porti, piuttosto che sui livelli di inquinamento delle città (causa di morte, per numero di vittime, seconda solo al Covid) piuttosto che su altre norme di maggior favore fiscale verso enti non di Terzo settore?”.
“Questa triste vicenda – concludono le Acli – dimostra quanto si voglia un Terzo settore di anime belle che sia afono e non dia fastidio alle lobby. Ha ragione il presidente Giuliano Amato quando afferma che il Terzo settore, noto per la sua esperienza con i più deboli, è ora che si occupi di una grande urgenza: la debolezza della democrazia”.

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