Papa Francesco: udienza, “chi non segue la strada dell’umiltà guarda soltanto uno specchio”

“Ognuno di noi si avvicini al presepe, che trova in casa sua o nella chiesa o dove sia, e cerchi di fare un atto di adorazione dentro: ‘Io credo che tu sei Dio, che questo bambino è Dio. Per favore, dammi la grazia dell’umiltà per poterlo capire’”. È l’invito, a braccio, del Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata al Natale. “In prima fila – ha rivelato Francesco – desidero mettere i poveri, che – come esortava San Paolo VI – ‘dobbiamo amare, perché in certo modo sono sacramento di Cristo; in essi – negli affamati, negli assetati, negli esuli, negli ignudi, negli ammalati, nei prigionieri – egli ha voluto misticamente identificarsi. Dobbiamo aiutarli, soffrire con loro, e anche seguirli, perché la povertà è la strada più sicura per il pieno possesso del Regno di Dio’”. “Per questo dobbiamo chiedere la grazia dell’umiltà”, ha proseguito a braccio: “Signore, che non sia superbo, che non sia autosufficiente, che non creda che io sia al centro dell’universo. Fammi umile, dammi la grazia dell’umiltà: è l’unica strada, perché senza umiltà non troveremo mai Dio, troveremo noi stessi”. “Chi non segue la strada dell’umiltà guarda soltanto uno specchio, guarda se stesso”, il monito del Papa ancora fuori testo: “Chiediamo la grazia di rompere lo specchio”.

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