Difesa della vita: mons. Marcianò (Omi), “la donna incinta è spesso un peso per il mondo del lavoro, per la società”

“Un tempo la donna incinta era il centro della famiglia, della comunità, dei piccoli paesi. Oggi c’è una profonda solitudine che non permette scelte libere, non solo dal punto di vista economico ma anche sociale, culturale, umano. Non ci accorgiamo più di questo tesoro: la donna incinta è spesso un peso per il mondo del lavoro, per la società; talvolta anche per la medicina che non esita, ad esempio, a suggerire la via dell’aborto per qualsiasi rischio o sospetto di malattie congenite, malformazioni, patologie importanti o anche lievi, che possano richiedere maggiore cura. È una sconfitta della scienza medica, così come lo è la morte procurata, ‘somministrata’ – l’ha definita così Papa Francesco di recente – con eutanasia o suicidio assistito”. Lo ha detto mons. Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), celebrando ieri la messa, in vista del Natale, nella cappella del Policlinico militare del Celio, a Roma. Partendo dal racconto evangelico della visita di Maria a Elisabetta, il presule ha affermato: “Maria, appena iniziata la gravidanza, si prenderà cura dell’anziana Elisabetta; oggi, invece, assieme ai malati anche gli anziani subiscono i colpi di scalpello di una società che discrimina, scarta e fa sentire inutili… Ma la tentazione di ‘farla finita’, che a volte potrebbe cogliere la persona in condizioni di fragilità, non deve diventare mai una via percorribile per la medicina. Mai! Dobbiamo gridarlo! Sarebbe antiscientifico e antimedico, oltre che antiumano”. E se è vero, ha aggiunto, che “un tale quadro si sta imponendo nella cultura dominante, è vero che esso fa emergere la preziosità della relazione medico paziente: agli albori dell’esistenza, al termine della vita, in gravi patologie, in circostante drammatiche come l’attuale pandemia”. Da qui la gratitudine rivolta alle Forze Armate per “il ruolo decisivo che la sanità sta giocando in una tale emergenza mondiale, in particolare la sanità militare: ricerca scientifica, ricoveri e trasferimento di pazienti, organizzazione della campagna vaccinale in tanti aspetti… Anche in questo frangente i vostri diversi presidi, come questo Policlinico militare del Celio, rappresentano un’eccellenza e un prezioso strumento di giustizia e pace, per le cure che assicurano a tutti; e rendere terapia e prevenzione fruibili per tutti è giusto ed essenziale, a livello nazionale e internazionale”.

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