Ue: report “Nuovi trend nello sviluppo del volontariato”. Tre raccomandazioni: investimenti, meno burocrazia, marketing

Per favorire il volontariato in Europa tre sono le raccomandazioni che emergono dallo studio “Nuovi trend nello sviluppo del volontariato nell’Ue”, commissionato dal Comitato economico e sociale europeo (Cese) e presentato oggi: per sostenere il volontariato non servono strategie politiche specifiche, ma “investimenti maggiori su organismi e temi”; bisogna eliminare le barriere (burocratiche soprattutto) che frenano la spontaneità; bisogna imparare a fare “marketing”, intercettando le disponibilità (in termini di motivazioni e di obiettivi) e combinandole con le possibilità di azione. Illustrando lo studio, il curatore Lucas Meijs della Rotterdam School of Management, si è soffermato anche a parlare di giovani, che si affacciano al volontariato “per maturare nuove capacità e competenze” e spesso “legano l’agenda di vita al lavoro volontariato” e quindi sono più disponibili a coinvolgersi in iniziative che generano anche “apprendimento, sviluppo della persona, scoperta di sé, conoscere nuovi mondi o anche l’amore”. Meijs sottolineava anche come cambia il tipo di impegno a seconda della fase della vita in cui ci si trova: da giovani è più frammentato e incostante, si stabilizza quando si raggiunge una situazione di vita più stabile. E siccome questo avviene sempre più tardi, anche le forme e i tempi del volontariato si assestano e diventano costanti in una età più matura.
Tra le evoluzioni che sta vivendo il volontariato, inoltre, quella tecnologica sta determinando un abbattimento dei costi per le organizzazioni che usano le tecnologie per coinvolgere i volontari, mentre favorisce il nascere di iniziative puntuali promosse da singole persone. Il Cese ha di recente approvato una “opinione” in cui spiega come sia “irragionevole limitare ai soli giovani i programmi di sostegno al volontariato a livello dell’Ue e finanziati dall’Ue” e invita la Commissione “ad attivarsi per dichiarare il 2025 Anno europeo del volontariato”, per “rendere omaggio ai milioni di volontari che hanno dimostrato il loro importante ruolo sociale, soprattutto negli ultimi mesi attraverso il loro lavoro per combattere gli effetti della pandemia e per promuovere ulteriormente l’idea del volontariato nelle società degli Stati membri”.

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