Parlamento Ue: cerimonia Premio Sacharov. Daria Navalnaja, “la pacificazione con dittatori e tiranni non funziona mai”. Pesanti accuse a Putin

(Photo SIR/European Parliament)

(da Strasburgo) “La pacificazione con dittatori e tiranni non funziona mai”. Né con Putin, né con Lukashenko. Daria Navalnaja, intervenendo al Parlamento europeo, ha puntato il dito contro la realpolitik di diversi Paesi, anche europei, che cercano accomodamenti e affari con il suo Paese. “Anni di flirt con Putin gli hanno fatto capire che per aumentare i suoi ascolti potrebbe anche iniziare una guerra. Quanto costerà all’Europa la guerra con l’Ucraina? Anche adesso, con così tante notizie sulle truppe russe al confine con l’Ucraina, nessuno reagisce davvero. Nessuna cooperazione commerciale pragmatica recupererà la quota dei costi diretti che dovrà essere sostenuta. Per non parlare del costo del tempo che i politici occidentali hanno già dovuto spendere per risolvere questo problema invece di occuparsi degli affari dei propri Paesi”. “C’è una guerra continua tra idealismo e pragmatismo. Queste sono battaglie feroci nella politica europea. Ma anche scegliere la parte del pragmatismo non dovrebbe significare tradire le proprie idee”. Sia durante il discorso in aula, sia durante la successiva conferenza stampa, la figlia di Alexey Navalny ha denunciato violenze e intimidazioni verso tutti coloro che contrastano il potere di Putin.
In conferenza stampa Leonid Volkov, stretto collaboratore di Navalny, ha rincarato la dose di accuse verso Putin. “Il mio amico Navalny è un ‘detenuto personale’” del presidente russo, che “ha cercato di avvelenare e uccidere” il suo oppositore politico. “Ma la Russia non è Putin e Putin non è la Russia”: e qui è seguito un appello all’Europa affinché non abbandoni il popolo russo. “Spero che in futuro la Russia possa essere un Paese europeo, non solo dal punto di vista geografico, ma anche politico, economico e culturale”.
Infine la figlia Daria: “Non lasciateci soli, non insabbiate il nostro impegno” per la democrazia e i diritti umani.

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