Ue: report “Nuovi trend nello sviluppo del volontariato”. Micro esperienze in risposta alle crisi. Il fattore-religione

Le forme di volontariato in Europa stanno diventando meno organizzate: si fanno sempre più strada forme di auto-organizzazione, grazie alla possibilità di reti informali attraverso i social media e un più alto livello di formazione delle persone. Si diffonde cioè una sorta di “micro-volontariato” spesso in risposta a situazioni di crisi (catastrofi naturali, Covid…), mentre nuove organizzazioni entrano in scena per combinare energie disponibili e opportunità. Questo dice lo studio “Nuovi trend nello sviluppo del volontariato nell’Ue”, presentato oggi in un seminario virtuale organizzato dal Comitato economico sociale europeo (Cese). Lo studio empirico, che ha analizzato nello specifico i casi di Ungheria, Finlandia, Croazia, Paesi Bassi e Spagna, è stato condotto da Lucas Meijs e Puck Hendriks della Rotterdam School of Management, presso la Erasmus University. Il panorama sui tratti, i numeri e i contesti in cui le persone decidono di dedicare il proprio tempo ad attività non retribuite è molto vario. Un ruolo fondamentale, dice lo studio, sono i fattori “istituzionali” (normative e finanziamenti per il settore non-profit, i sistemi di welfare, lo stato di salute della democrazia). Ne deriva, per esempio, che “la situazione politica non in tutti i Paesi è favorevole a generare forze di volontariato, poiché alcuni regimi stanno reprimendo i diritti della società civile”. Anche il contesto economico ha un ruolo chiave: “Lo sviluppo economico aumenta la fetta del volontariato” ma là dove si registrano disuguaglianze diminuisce la disponibilità al volontariato, sia perché le persone con basso reddito sono meno disponibili al lavoro volontario, sia perché c’è meno fiducia e cooperazione tra individui di classi sociali diversi e minore è la partecipazione sociale”.
Un altro fattore è la religione: per i valori che incarna di altruismo e solidarietà crea coinvolgimento, anche al di là delle singole persone che vi aderiscono. Nello studio si dice che il tipo di religione genera un’onda di volontariato diverso e cita Paesi protestanti e cattolici, dove “i secondi generalmente mostrano tassi di volontariato lievemente inferiori”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori