Incontro Sant’Egidio: cerimonia di apertura. Lamorgese (min. Interno), “la parola chiave è insieme”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“La parola chiave è insieme. Una parola che esprime non soltanto l’invito alla condivisione ma che rimanda alla alleanza tra le generazioni future, cui dovremmo consegnare il testimone e con esso la responsabilità di proseguire il cammino comune. Ciascun individuo è chiamato a portare la sua pietra all’edificazione di un futuro di una comunità pacifica e giusta e dovrà farlo con una più chiara consapevolezza dell’unità di tutti e dell’interdipendenza con l’altro”. Lo ha detto Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno, intervenendo questo pomeriggio a Roma alla cerimonia di apertura dell’Incontro internazionale “Popoli fratelli, terra futura” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Parlando ad una platea di leader delle grandi religioni di 40 Paesi del mondo, il ministro ha sostenuto: “I costruttori della pace hanno un compito arduo nel tempo presente. Un tempo nel quale le violenze, le sopraffazioni, le persecuzioni, i conflitti, i discorsi di odio basati sull’intolleranza e sul disprezzo esplodono e si rinnovano quasi ovunque”. “La pace – ha aggiunto –  è affidata soprattutto alla parola, segno distintivo per eccellenza dell’umanità. La parola di pace è quella che ripudia l’offesa, l’inimicizia, il senso di vendetta e che mette invece al centro del suo discorso la cultura della comprensione reciproca. La pace autentica si affida alla volontà del dialogo. Le iniziative che mettono in pratica il confronto tra culture, etnie, convinzioni politiche o religiose diverse, appartengono tutte al concetto e al processo incessante della costruzione della pace”. È “doloroso” – ha proseguito Lamorgese – constatare “come tanti laceranti conflitti abbiano la loro radici nella intolleranza verso altre fedi religiose, nutriti da un disegno di sottomissione. Il progetto di diffondere la pace e di preservarne la sua preziosa fragilità riceve in questo modo un insulto insopportabile”. Lo “sguardo” del governo – ha quindi confidato il ministro – si rivolge in particolare a quanti tra gli operatori economici sono “esasperati dalla insufficienza di reddito e angosciati per l’assenza di prospettive e di ripresa”. “Dobbiamo scongiurare che la pandemia produca guasti strutturali nell’economia e nella distribuzione della ricchezza, aumentando il solco tra le classi sociali e il divario tra il Nord e il Sud del Paese. Sappiamo che la pace suona come una parola vuota se si resta indifferenti nei confronti del bisogno materiale e della povertà e se la domanda di giustizia resta inascoltata”.

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