Green pass: Intersos, “migranti e senza dimora rischiano di rimanere esclusi e senza lavoro”

“Ci sono ostacoli tecnici e burocratici che rendono difficile o impossibile l’ottenimento del green pass per stranieri e senza fissa dimora”: è l’allarme lanciato oggi da Intersos che ha reclutato alcune figure dedicate, chiamate Green pass officer, per far fronte alle richieste da Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia. A pochi giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro, per molte persone si sta dimostrando impossibile ottenerlo autonomamente. Si tratta soprattutto di persone titolari di codice Stp (Straniero temporaneamente presente) o Eni (Europeo non iscritto), per i quali scaricare il green pass risulta spesso impossibile. Fra loro ci sono anche tante persone senza dimora, quasi sempre sprovviste di un telefono su cui ricevere l’sms dal Ministero. “Alle difficoltà pratiche – spiegano – si aggiunge poi l’assenza completa di informazioni ufficiali, che aumenta lo spaesamento e la paura di trovarsi senza lavoro, per una fascia di popolazione che già può contare su un livello di tutele lavorative estremamente basso”. Solo nelle campagne foggiane, gli operatori di Intersos hanno assistito oltre 5.000 persone nell’erogazione del green pass, mentre a Roma, dall’introduzione della certificazione, sono circa 60 le persone che si sono rivolte ai loro team per ricevere questo tipo di supporto. “Una problematica diffusa -racconta Daniela Zitarosa, responsabile delle attività di Intersos in Puglia – è il ritardo nell’iscrizione della piattaforma digitale, ma anche una volta superato questo problema non per tutti è possibile scaricare il certificato, per motivi che ancora non riusciamo a identificare”. Intersos denuncia quindi il “paradosso per cui persone che hanno regolarmente completato il ciclo vaccinale rischiano tra pochi giorni di ritrovarsi senza lavoro, con un pregiudizio ulteriore per quelle fasce più vulnerabili, come i lavoratori stagionali impiegati in agricoltura, che hanno bisogno di spostarsi continuamente alla ricerca di lavoro”. “L’accesso ai vaccini è un aspetto recente e drammatico del generale problema dell’accesso alle cure per le fasce di popolazione più deboli”, ricorda Cesare Fermi, direttore della Regione Europa di Intersos.

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