Coronavirus Covid-19: Cauda (Gemelli), “pochi hanno scaricato ‘Immuni’, attenzione a nuovi focolai”. “Ogni nuova scoperta modifica quadro precedente”

Niente contagi e decessi in alcune regioni; su scala nazionale aumento dei guariti, calo dei ricoveri e anche dei decessi, “sebbene questo numero sia ancora, purtroppo, inaccettabilmente alto”. Insomma, “guardando i numeri nella loro freddezza ma assoluta imparzialità, la pandemia, almeno in Italia, si sta esaurendo. Il lockdown ha impedito la trasmissione del virus”, afferma in un’intervista al Sir Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma. Tuttavia, avverte, “non ne siamo ancora fuori. Affermare che sia passata sarebbe pericoloso”. Di qui la necessità di “un uso estensivo della mascherina, del corretto e frequente lavaggio delle mani, del distanziamento sociale” e di “evitare assembramenti”. Perché la decrescita rallenta? “Ai primi di maggio – risponde l’esperto – è partita una valutazione sierologica che ha coinvolto molti cittadini, finalizzata a verificare quanto il virus abbia circolato”. In caso di positività di anticorpi, segue il tampone. “Il numero di tamponi positivi a seguito del test sierologico positivo – spiega – è bassissimo; tuttavia vi sono a casi di soggetti totalmente asintomatici con tampone positivo”. Contagiati, dunque, ma “non sappiamo se sono contagiosi”. Per Cauda occorre continuare a sorvegliare con attenzione gli esiti delle progressive aperture perché “il rischio di nuovi focolai rimane elevato”, come dimostrano Roma e la Germania. E se la strategia rimane quella delle 3T: testare, tracciare, trattare, il professore osserva che si potrebbero aumentare i tamponi (oggi 50-70mila al giorno) e che la App Immuni potrà funzionare solo se verrà scaricata almeno dal 60-70% dei cittadini (oggi lo hanno fatto solo 3 milioni e 300mila). Sul disorientamento ingenerato nell’opinione pubblica dal rincorrersi di notizie, dati e pareri contrastanti tra gli esperti, avverte: “La scienza non è infallibile; di fronte a questa malattia nuova procede per tentativi. Ogni teoria vive sotto assedio perché nuove informazioni e scoperte potrebbero modificare continuamente il quadro precedente”.

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