Perù: crisi istituzionale dopo deposizione Vizcarra. Jiménez Mayor (giurista) al Sir, “tradita la Costituzione. Unica proposta sensata quella di mons. Castillo”

“L’arcivescovo di Lima, mons. Carlos Castillo, invitando il Congresso alla riflessione e alla prudenza, anche a costo di tornare indietro rispetto alla decisione presa di dichiarare la decadenza del presidente Martín Vizcarra, ha preso una posizione molto importante per trovare una via d’uscita. In queste ore, io personalmente e altri giuristi stiamo discutendo per dare un fondamento giuridico all’ipotesi di riconsiderare quanto accaduto in Perù negli ultimi giorni”. Lo afferma, intervistato dal Sir, Juan Federico Jiménez Mayor, esperto di diritto costituzionale e di diritti umani, già primo ministro, con un profilo di “tecnico”, del presidente Humala una decina d’anni fa, attualmente esperto del programma Eurosocial dell’Unione europea.
Per il giurista, dunque – dopo che lunedì il Congresso ha dichiarato decaduto per incapacità morale il presidente in carica, sostituendolo con il presidente del Congresso stesso, Manuel Merino -, tornare al punto di partenza sarebbe ancora tecnicamente possibile: “Ne stiamo discutendo, io penso che in politica tutto sia possibile nel rispetto della Costituzione. Viceversa, la votazione di lunedì scorso tradisce la Costituzione. Bisogna ammettere che in essa c’è una falla. Essa risale al diciannovesimo secolo e all’epoca venne disposto che il Parlamento poteva dichiarare la decadenza del presidente per due sole cause: impedimento fisico e incapacità morale. All’epoca, però, si dava a questa parola il significato di infermità fisica, c’è stato lungo i decenni uno scivolamento lessicale”. Resta il fatto, secondo Jiménez, che quella del Parlamento è stata “una decisione insensata, anche solo considerando il fatto che il Perù è il Paese al mondo con il maggior numero di vittime di Covid in rapporto agli abitanti e che la Banca Centrale stima un calo del Pil di 12 punti, la crisi economica è gravissima. Rischiamo di tornare indietro di decenni, dopo che a partire dal 2000 si è passati dal 54% di poveri al 28%”. Non a caso, “c’è stata una fortissima mobilitazione in tutto il Paese. Sia chiaro, non a tutti piace Vizcarra, ma è logico pensare che termini il suo mandato che scade tra pochi mesi”.
Jiménez esprime preoccupazione anche per le possibili repressioni delle manifestazioni (oggi in tutto il Paese è stata convocata una giornata di mobilitazione): “Già lunedì abbiamo visto cose che non succedevano dagli anni Novanta, con repressioni e agenti infiltrati che arrestavano i manifestanti senza poter farsi identificare, pratica che va contro il diritto internazionale”.

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