Australia: studio dell’Università cattolica, salute mentale dei giovani peggiorata nel lockdown. Solitudine e preoccupazioni per lavoro

Secondo uno studio dell’Università cattolica australiana, la salute mentale dei giovani è “molto peggiorata dall’arrivo del Covid-19”. Il dato emerge da un progetto coordinato da Zlatko Skrbis che dal 2006 segue lo sviluppo di un gruppo di duemila coetanei del Queensland che oggi hanno 27 anni. Nel 2015, l’82% degli intervistati ha descritto la propria salute mentale come eccellente, molto buona o buona; nel 2019 era il 70%. Ma nel giugno 2020, alla fine del lockdown nazionale, a definire la propria salute mentale da buona a eccellente era il 66%. Le cause: preoccupazione per il lavoro e la solitudine; le donne più propense a segnalare un calo della loro salute mentale durante la pandemia rispetto ai maschi e in generale le persone con lavoro precario o che vivono nelle aree urbane. “L’allontanamento fisico ha avuto un impatto emotivo su molti dei nostri partecipanti che riferiscono sentimenti di isolamento. Anche la preoccupazione per il lavoro a lungo termine ha costituito un grosso problema”, ha spiegato Skribis. A patire di più i single, chi vive con i genitori o con amici, chi vive da solo. Per Skribis, la chiave di volta è rendere accessibili – in termini di costi e di tabù sociali – i servizi disponibili per i giovani. Sempre secondo Skribis, “il Covid ha contribuito a portare alla luce il tema della salute mentale”. L’auspicio è che i risultati di questo studio “contribuiscano a ridurre ulteriormente lo stigma associato alla ricerca di aiuto e a rivolgere maggiore attenzione al sostegno di cui i giovani hanno bisogno”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa